> > Crisanti: "Chi ha 37,1 di febbre non dovrebbe entrare a scuola"

Crisanti: "Chi ha 37,1 di febbre non dovrebbe entrare a scuola"

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Scuola, Crisanti: "Per i giovani la soglia della febbre va abbassata a 37,1".

Il professor Andrea Crisanti ha detto la sua in merito alla riapertura delle scuole, sui cui protocolli di sicurezza stabiliti dal ministero della Salute ancora molto si discute. Una spinosa questione in tal senso è sicuramente quella relativa alla misurazione della febbre agli alunni che dovrebbe essere eseguita giornalmente dalle famiglie in maniera autonoma. Per Crisanti si tratterebbe di un errore, in quanto per contrastare la diffusione del coronavirus “la febbre va misurata a scuola con strumenti uguali per tutte le scuole. Non credo che le misurazioni in 8 milioni di famiglie possano dare un risultato univoco con misurazioni in bocca, sotto l’ascella”.

Crisanti: “Con 37,1 di febbre a scuola non si entra”

Nelle parole di Crisanti anche un riferimento allo temperatura limite registrata, che nei giovani non dovrebbe essere di 37,5. “E’ chiaro – ha detto il professore – che 37,5 è una soglia del tutto inadeguata per i giovani, andrebbe portata a 37,1 visto che i giovani sono spesso asintomatici”. “La soglia – ha aggiunto – andrebbe abbassata e portata a 37,1-37,2. Servirebbero anche sistemi automatici per verificare contestualmente il corretto utilizzo della mascherina: ci sono strumenti che eseguono entrambe le operazioni in un secondo”.

Tra banchi con le rotelle – di cui ancora molto poco si conosce – ingressi scaglionati e le polemiche legate all’obbligo di mascherina in classe, sono ancora molti i dubbi in merito alla riapertura delle scuole che, lo ricordiamo, è fissata per il 14 settembre. Crisanti guarda in faccia la realtà e riconosce che mantenere le distanze nelle scuole e fra i giovani sia praticamente impossibile: l’unica soluzione sarebbe dunque quella mascherina. “Aspettarsi che gli alunni rispettino un metro di distanza – ha detto Crisanti – è un’aspirazione che non verrà rispettata. La soluzione migliore è che i bambini vadano a scuola e si mettano la mascherina, è la cosa più sicura”.