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Troppi insegnanti positivi: timori per la riapertura delle scuole

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Tre insegnanti su dieci si sono rifiutati di sottoporsi ai test sierologici: i primi dati in vista della riapertura delle scuole.

Ancora troppe ombre sulla riapertura delle scuole e sulla possibilità di garantire agli studenti italiani un avvio di anno scolastico in presenza. A fare paura sono i risultati dei primi test sierologici eseguiti sul personale scolastico. Solo in Umbria, su 1.334 esami sono risultati 20 positivi. Sei i contagi nella provincia di Treviso (dove è stato rilevato anche un focolaio in uno stabilimento Aia, con 182 dipendenti positivi). A Bergamo, una delle zone più duramente colpite dalla pandemia, sono oltre 6mila gli insegnanti in attesa di potersi sottoporre al test.

Riapertura delle scuole a rischio?

Che il ritorno degli studenti sui banchi sia un elemento imprescindibile per la ripartenza del Paese è opinione condivisa da esperti e membri del governo. Lo ricorda anche il capo del Cts, Agostino Miozzo, che lo definisce “un imperativo sociale e politico” nonostante l’epidemia sia “fuori controllo” dopo un’estate vissuta con troppa libertà. Didattica in presenza sì, dunque, ma i nodi da sciogliere restano ancora troppi. In attesa di conoscere l’esito del vertice urgente convocato dal premier Giuseppe Conte proprio sulla riapertura delle scuole, si analizzano – non senza una certa preoccupazione – i primi dati sulla positività del personale scolastico.

Ma una grossa fetta di contagiati tra gli insegnanti potrebbe essere “sommersa” e sfuggire ai controlli, rischiando così di dare origine a nuovi focolai. Secondo quanto emerge da un primo rapporto della Fimmg (sindacato dei medici di medicina generale), tre prof su dieci tra quelli contattati dai medici per sottoporsi al test hanno declinato l’invito.

Il nodo dei trasporti

Fanno discutere anche le linee guida del Ministero dei Trasporti per quanto riguarda gli scuolabus. Secondo il Mit, infatti, questi potranno essere utilizzati a pieno regime (senza rispettare il distanziamento sociale) purché la tratta sia di durata inferiore ai 15 minuti. Confermata, invece, la distanza minima di un metro sugli altri mezzi di trasporto.