> > Riapertura degli stadi, Galli: "Follia, stesso errore delle discoteche"

Riapertura degli stadi, Galli: "Follia, stesso errore delle discoteche"

coronavirus galli vaccino 2021

Secondo il professor Massimo Galli, consentire la riapertura degli stadi può avere gli stessi effetti sui contagi dell'apertura delle discoteche.

Con le discoteche è stato commesso un grave errore che ora non dobbiamo ripetere per altri luoghi in cui è facile che si formino pericolosi assembramenti. È questo il monito di Massimo Galli, professore responsabile di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, che in un’intervista al Messaggero mette in guardia contro la riapertura indisciminata degli stadi.

I dubbi sulla riapertura degli stadi

La memoria va subito ad Atalanta-Valencia, match ritenuto cruciale nella trasmissione del virus in Italia, all’inizio dell’emergenza coronavirus. Oggi, a mesi di distanza e con un innalzamento preoccupante dei casi nella penisola, non dobbiamo abbassare la guardia. Sono già troppi i contagi provocati dalla movida e “dal punto di vista scientifico, portare il pubblico negli impianti sportivi può avere gli stessi effetti che abbiamo visto nelle discoteche. Siamo all’aperto, ma con persone che difficilmente non si accalcano. E per gli sport al coperto la situazione è ancora più critica. Fino a quando la situazione è questa bisogna rinunciare al superfluo” anche se questo può provocare dispiacere a quelli che il professore ha definito “circenses“.

Verso la riapertura delle scuole

Le priorità sono altre, continua, a partire dalla “sacrosanta” riapertura delle scuole. Per permetterlo abbassando i rischi, Galli non avrebbe escluso neppure un inizio dell’anno scolastico posticipato al primo ottobre: “Non mi sarei scandalizzato e non lo avrei ritenuto un fallimento. Se devi aprire le scuole per poi chiuderle per le elezioni, le devi pulire e poi riaprire… Insomma, valeva la pena aspettare. Detto questo, mi preoccupa il fatto che è difficilissimo ottenere il distanziamento a scuola. Bisognerebbe valutare sistemi alternativi, magari a rotazione fare lezione da remoto per un terzo degli scolari di una classe. Infine, avremmo bisogno di più test e presenza sanitaria nelle scuole”. Galli non nasconde perplessità neanche per quanto riguarda la misurazione della febbre a casa, da parte dei genitori.