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Burioni su elezioni nelle scuole: "Imbarazzante che non ci sia alternativa"

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Burioni non approva la decisione di allestire i seggi per le elezioni nelle scuole: per lui la politica avrebbe dovuto trovare spazi altenativi.

Il virologo Roberto Burioni si è schierato contro la scelta di allestire i seggi per le elezioni del 20 e 21 settembre 2020 nelle aule delle scuole, riaperte la settimana prima dopo mesi di chiusura e subito costrette all’interruzione delle lezioni. Ha quindi accusato la politica di non aver saputo trovare una soluzione alternativa.

Burioni sulle elezioni nelle scuole

Che non si sia trovata una soluzione a questo problema è davvero imbarazzante“, ha affermato l’esperto. L’accusa al mondo politico è quella di non essere stato in grado di identificare luoghi altri rispetto agli edifici scolastici per non intralciare una già tribolata attività scolastica. Contando che in sette territori oltre al referendum sul taglio dei parlamentari ci sono anche le elezioni regionali che costringeranno ad uno spoglio più duraturo, si perderebbero già diverse ore di lezione. “Fregarsene vuole dire tenere in poco conto l’importanza dell’istruzione, che a mio giudizio, dopo la salute, è la cosa più importante che esista“, ha continuato.

A tal proposito ha sottolineato la necessità di aprire le scuole per non privare i bambini della socialità e dell’istruzione, cosa che deve però essere bilanciata con la riduzione della diffusione del coronavirus. Ha poi aperto una parentesi sui rischi legati ai più piccoli basandosi sull’esperienza degli Stati Uniti. Essa suggerisce che, con tanti casi ma una sorveglianza molto buona, in grandissima parte i bambini non hanno gravi conseguenze dall’infezione. La loro malattia decorre infatti quasi sempre in maniera clinicamente lievissima, anche se “quasi sempre” non corrisponde a “mai”.

Quanto alla possibilità che i bambini possano infettare gli adulti, ha ritenuto impossibile fornire una risposta certa in quanto i dati sono ancora contrastanti e contraddittori.