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Troppi casi covid al Cardarelli di Napoli: bloccati i ricoveri

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Il Cardarelli di Napoli è sotto pressione per l'alto numero di positivi al covid: 8 reparti bloccano i ricoveri.

L’ospedale Cardarelli, il più grande nosocomio di Napoli e del Sud Italia, è sotto forte pressione a causa dell’alto numero di pazienti positivi al covid che già nelle scorse ore avevano portato a chiudere il Pronto Soccorso, poi riaperto dopo opportuna sanificazione. Nello specifico sono 8 i reparti dell’ospedale nei quali si è obbligati a non poter più accettare i pazienti. Si tratta di Ortopedia, Medicina, Chirurgia, Pneumologia, Chirurgia Plastica, Chirurgia Vascolare e Terapia Intensiva.

Covid, al Cardarelli di Napoli bloccati i ricoveri

“Quello che sta accadendo è gravissimo e pericoloso per la salute dei campani, e svela la totale incapacità di De Luca nella gestione sanitaria dell’emergenza covid. Ho appena saputo che al Cardarelli la situazione contagi sta sfuggendo di mano e che sono stati bloccati i ricoveri in ben 8 reparti. In pratica non ci sono quasi più reparti in cui ricoverare i pazienti che arrivano in pronto soccorso, siamo prossimi al blocco totale. Solo oggi avevo lanciato l’allarme e quello che temevo si sta verificando in queste ore” ha detto Valeria Ciarambino, candidata del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni regionali in Campania, previste per il 20 e 21 settembre.

“Ospedali come il Cardarelli dovevano essere protetti e i pazienti sospetti di infezione da Coronavirus non dovevano essere portati lì, ma nei Covid hospital della città. Lo avevo già chiesto a febbraio scorso a De Luca senza venire ascoltata. Il Cardarelli deve poter disporre di un laboratorio che processi i tamponi nel più breve tempo possibile. Ed è paradossale che, a 6 mesi dall’ inizio della pandemia, nel più grande ospedale del Mezzogiorno siano necessari non meno di 4 giorni per processare i tamponi. In 4 giorni rischiamo che il contagio si sia già propagato a centinaia di persone. Chiedo con forza che si attivi un Pronto soccorso anche al Monaldi e al Policlinico, dove sono presenti tutte le specialità e che non possono continuare a essere esclusi dalla lotta a questa emergenza. Se chiudesse un presidio che serve una popolazione potenziale di 3 milioni di cittadini, andrebbe in tilt l’intero sistema dell’emergenza urgenza. E non possiamo permettercelo. Ne va della salute di tutti i cittadini della Campania” conclude Valeria Ciarambino.