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Università, gli studenti si iscrivono ma nelle proprie regioni

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Contrariamente a quanto temuto, non si registrano cali nelle iscrizioni all'università. Ma gli studenti preferiscono rimanere nelle proprie regioni.

L’università riprende e gli studenti non rinunciano allo studio, nemmeno in tempo di Covid, e si iscrivono nelle proprie regioni. Nessun brusco calo di immatricolazioni, solo un cambio negli spostamenti che, diversamente dagli altri anni, vedrà rimanere gli studenti all’interno delle proprie regioni. Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, si è detto fiducioso e, nonostante le difficoltà date dal coronavirus, gli studenti italiani non hanno rinunciato all’iscrizione all’università.

Università, gli studenti preferiscono le proprie regioni

A differenza degli anni precedenti, i ragazzi preferiscono rimanere più vicino a casa. Sia i neo-immatricolati che gli iscritti agli anni successivi hanno deciso di studiare nelle proprie regioni. La scelta è data anche da quella di molti atenei che hanno deciso di continuare la didattica a distanza, attraverso l’utilizzo delle video-lezioni online, almeno durante il primo periodo. Quello proposto quest’anno sarà un sistema misto: lezioni a distanza e in presenza. Quest’ultime saranno rivolte soprattutto agli studenti del primo anno che hanno maggior necessità di abituarsi dal vivo alla nuova realtà universitaria.

Boom di studenti al sud

Il ministro Manfredi, durante un intervento a Radio24 nella mattinata dell’8 settembre, ha raccontato di un boom di immatricolazione nelle università del sud. L’aumento viene riscontrato tra il 5% e il 10% gli atenei del mezzogiorno, con particolare riferimento alle regioni Puglia e Sicilia. Nonostante le preoccupazioni date dalla crisi sanitaria, il sistema universitario non ha subito gravi cali. Anzi, è rimasto pressoché invariato rispetto agli anni scorsi.

“Eravamo estremamente preoccupati che ci fosse una significativa riduzione delle iscrizioni” – afferma Manfredi. “Abbiamo segnali di una forte scelta da parte dei giovani per l’università. È un segnale importante perché significa che c’è un investimento sul futuro e che le politiche messe in campo come governo evidentemente sono state efficaci e stanno dando risposte importanti”.