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Rientro a scuola nel Lazio, Comuni incitano al rinvio

Rientro a scuola ancora incerto per molte regioni italiane

Almeno 10 comuni sarebberoa favore di far slittare il rientro a scuola nel Lazio. I sindaci potrebbero disporlo tramite ordinanza.

In attesa della conferenza di stampa di oggi 9 settembre indetta dal premier Giuseppe Conte e a cui parteciperanno altri tre ministri, Lucia Azzolina (scuola), Roberto Speranza (salute) e Francesco Boccia (affari regionali), la questione riguardo il rientro a scuola nel Lazio è ancora in completo stallo e sembra che diverse amministrazioni comunali starebbero pensando a rinviare la data di inizio lezioni, confermata dalla Regione per giorno 14 settembre. Mancanza dei nuovi banchi monoposto (il cui appalto è sotto la lente d’ingrandimento del leader della Lega, Matteo Salvini) e mancanza di personale docente, questi gli aspetti principali (ma non i soli) che sembrano trasformare il rientro, a parte la preoccupazione per il Covid che non cala nei contagi, ancora più incerto.

Una riunione tecnica tenutasi ieri 8 settembre e a cui hanno preso parte, tra gli altri, il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori e il presidente di Anci Lazio, Riccardo Varone , ha fatto il punto della situazione: libertà parziale di scelta ai singoli sindaci attraverso apposite ordinanze per il ritorno a scuola, ma anche altri temi urgenti da trattare, come la doppia sanificazione richiesta per la riapertura prima e dopo le elezioni, mancanza di mascherine, l’incognita trasporti scolastici o servizio mensa.

Rientro Scuola Lazio, molte incertezze

Sembra che alcune realtà amministrative della Regione Lazio vogliano seguire l‘esempio della Campania, dove il ritorno a scuola è slittato, causa cause coincidenti, al 24 settembre. Nella riunione di ieri la Regione però è apparsa chiara: il 24 settembre appare una data troppo tardiva, mentre si è richiesta accortezza nell’usare adeguatamente le ordinanze, come specificato a Il Messaggero dal presidente Anci Lazio, Varone: “Una valanga di provvedimenti in questo senso” – ha chiarito – “provocherebbe una serie di criticità in tutti i territori della regione, soprattutto in quei comuni che hanno al loro interno plessi scolastici che servono anche i comuni limitrofi”.