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Coronavirus, terapie intensive mobili da spostare dove necessarie

Coronavirus terapie intensive mobili

Terapie intensive mobili, la risposta italiana ad un'eventuale seconda ondata di coronavirus.

La speranza è quella che non servano mai, ma l’Italia non può permettersi di farsi trovare impreparata di fronte ad una potenziale seconda ondata di coronavirus. Ecco dunque che il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera del ministero della Salute prevede di avere la disponibilità di terapie intensive mobili da poter spostare da una parte all’altra del paese qualora fossero necessarie.

Coronavirus, le terapie intensive mobili

Nello specifico si tratta di quattro strutture mobili da 75 posti ciascuna, dunque 300 in tutto, da potere trasportare, montare, smontare ed eventualmente rimontare in aree che le Regioni dovranno nel frattempo individuare per una spesa complessiva di 54 milioni di euro. È quanto previsto dal bando pubblicato dall’ufficio dell’alto commissario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri per la manifestazione di interesse a partecipare alla procedura negoziata per la disponibilità temporanea di quattro strutture movimentabili da adibire a terapia intensiva. Strutture chiavi in mano complete di tutti gli ambienti, gli arredi e le attrezzature medicali ed impiantistiche.

Quella di Arcuri è “una preliminare consultazione di mercato per l’acquisizione di una relazione e altra documentazione tecnica nonché per l’individuazione di operatori economici interessati a presentare offerte per acquisire la disponibilità sino al 31 dicembre (salvo proroghe) di un numero di strutture movimentabili”, si legge nel bando. Attualmente in Italia i posti fissi di terapia intensiva negli ospedali hanno superato quota 6500, l’obiettivo è quello di portarli a 8500 nei prossimi due mesi. Una disponibilità che, al momento, consente prospettive serene a fronte dei 150 pazienti Covid ricoverati, numero in costante sebbene piccola crescita da sei settimane.