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Cos'è il "metodo Cuba" adottato dalle scuole senza banchi monoposto

Metodo Cuba scuola

Le scuole che non hanno i banchi monoposto possono imitare il "metodo Cuba" per garantire comunque il distanziamento: cos'è?

Non disponendo di banchi monoposto ma soltanto a due postazioni unite, il Plesso Alonzi dell’istituto comprensivo Padre Semeria a Roma adotterà il cosiddetto “metodo Cuba” per garantire il distanziamento tra gli alunni: cos’è e di cosa si tratta?

Cos’è il metodo Cuba

Mentre la politica era impegnata a discutere dei banchi con le rotelle, promessi dal ministro dell’Istruzione Azzolina e dal commissario per l’emergenza Arcuri ma non arrivati in tutti gli istituti, sul web circolava la fotografia della classe di una scuola elementare cubana che è riuscita a far mantenere le distanze tra due compagni seduti allo stesso banco a due posti.

Come? Facendo sedere i due bambini alternativamente sul lato lungo e sul lato corto opposto della postazione, in modo tale che invece che essere allineati siano disposti perpendicolarmente. In questo modo si riesce a garantire il metro di distanza evitando di acquistare nuovi banchi. Una disposizione che non è sicuramente la più comoda per gli alunni ma che rappresenta una soluzione possibile per gestire una situazione eccezionale come questa e risolvere uno dei tanti nodi che la Padre Semeria, come molte altre scuole, dovrà affrontare.

Oltre a quello dei banchi, c’è per esempio il problema delle mascherine gratuite, promesse dal governo ma non ancora arrivate in tutte le scuole. Le mamme lamentano però anche la mancanza di insegnanti, la responsabilità della misurazione della temperatura che non è ancora chiaro se debba ricadere sulle famiglie o sugli istituti scolastici, le mense e gli assembramenti in ingresso e uscita.