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Rientro a scuola, manca l'insegnante di sostegno: bimbo autistico a casa

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L'assenza di un insegnante di sostegno non ha permesso il ritorno in aula di un bimbo autistico di Roma. Stessa sorte per un bambino down di Pisa.

Dopo la lunga interruzione dovuta all’emergenza coronavirus, lunedì 14 settembre 5,6 milioni di studenti sono tornati in aula. Eppure manca il sostegno per gli studenti più fragili e alle rispettive famiglie mancano garanzie. Non c’è stato alcun rientro a scuola per un bimbo autistico di Roma e per un bambino down di sei anni residente in provincia di Pisa. Per loro, infatti, a causa della mancanza di un insegnante di sostegno è stato impossibile frequentare il primo giorno di lezioni.

Rientro a scuola: bimbo autistico a casa

Un bambino autistico di 9 anni, studente dell’istituto Pio La Torre a Roma, si è visto impossibilitato a frequentare il primo giorno di lezioni e godere della compagnia del resto della classe. Il piccolo è arrivato a scuola accompagnato dalla mamma, pronto a dare inizio a un nuovo anno accademico. Tuttavia, dopo il saluto ai compagni è stato rimandato a casa. Alla famiglia mancano risposte e la rabbia è inevitabile: il giovane studente, infatti, non sa neppure quando potrà tornare in aula. Per lui manca un insegnante di sostegno.

Il padre si è sfogato: “Per quelli come mio figlio, che soffre di autismo, la scuola non inizia oggi e chissà quando comincerà”. “L’insegnante di sostegno purtroppo non è disponibile, perché l’assistente assegnato deve dividersi tra più istituti“, fa sapere SkyTg24. Quindi il papà del bambino ha sottolineato: Le altre maestre non si prendono la responsabilità di tenere mio figlio in classe, visto che non lo sanno gestire. Sono stanco di vedere mio figlio, insieme ad altri 500mila ragazzi in Italia, trattato peggio di un cane. Lui beneficia della legge 104 e avrebbe diritto alla copertura per l’intero orario scolastico. Ma resta tutto sulla carta. La cosa più grave è che non c’è nessuno che sappia indicare una data, nulla”.

Pisa, bimbo down a casa da scuola

L’emozione e l’entusiasmo per il primissimo giorno di scuola si sono trasformati in rammarico e tristezza per un bambino down di sei anni. Il piccolo, proveniente dalla provincia di Pisa, ha dovuto rinunciare al suo primo giorno di scuola per la mancanza di un docente di sostegno che potesse accompagnarlo nel corso delle lezioni, proprio come successo al bimbo autistico di Roma. La maestra di sostegno, infatti, pare non sia ancora stata nominata.

La madre del bambino ha raccontato l’accaduto e si è sfogata con un post pubblicato su Facebook. Contattata dall’agenzia Agi, la donna ha spiegato: “Mio figlio da una settimana faceva le prove davanti allo specchio, col grembiule e lo zainetto, felice e impaziente di andare per la prima volta a scuola. La settimana scorsa ho partecipato a una riunione con la preside e i genitori nella quale ci sono state illustrate le regole anti-Covid e spiegato come la scuola sia stata rinnovata, predisposta e attrezzata anche con maxi schermi”. Al termine della riunione, la madre ha “chiesto informazioni per il sostegno a mio figlio”. “Abbiamo solo 2 maestre per 14 disabili”, sarebbe stata la risposta dei responsabili della scuola.

La donna ha sottolineato: “Mio figlio è autosufficiente e iperattivo. Non vede l’ora di tornare a scuola. Io mi sono offerta di accompagnarlo e stare con lui in classe per qualche ora, perché il bambino ha solo bisogno di qualcuno che gli dica cosa deve fare. Mi è stato detto che non posso stare con lui in classe. È iperattivo e le nuove regole prevedono che i bimbi debbano stare fermi, al proprio posto. Ma lui seduto a un banco, autonomamente, non ci starà mai. Se gli viene spiegato cosa fare ubbidisce, ma ha bisogno di un sostegno”.

La donna non nasconde la rabbia e la delusione. Infatti, ha aggiunto: “Dalla scuola mi hanno assicurato che avrebbero risolto e ci hanno fissato un appuntamento con la preside. Mio marito e io abbiamo preso un permesso dal lavoro ma la preside non ci ha mai ricevuto. Mi hanno poi detto che non c’è stata la possibilità di organizzare un sostegno per mio figlio e consigliato di non portarlo a scuola lunedì e martedì, perché poi ci sarebbero state le elezioni e nel frattempo la scuola avrebbe cercato soluzioni”.

“Quando ho chiesto di mettere nero su bianco queste indicazioni mi hanno detto che c’era stato un equivoco e che non mi avevano mai detto di non portarlo a scuola. Ma intanto mio figlio oggi si trova dalla nonna e l’insegnante di sostegno non è stata nominata”, ha fatto sapere la donna. Quindi ha tenuto a precisare: “La responsabilità di tutto questo non è ovviamente della scuola, ma di chi non ha provveduto a fare le nomine“.