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Don Dino di nuovo a processo: adescava minorenni a Termini

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Altro processo per Don Dino, già condannato per abusi su minorenni nel 2015.

Nel 2015 Don Dino, ovvero Placido Greco, era stato arrestato per prostituzione minorile e condannata in via definitiva ad una pena di 13 anni di carcere. L’episodio gli era costato anche la sospensione a divinis dal sacerdozio. Ora, secondo quanto riportato da Il Messagero, il prete potrebbe essere chiamato in causa per un altro processo. Nello specifico la pm Gianfederica Dito ha richiesto per lui il rinvio a giudizio per atti sessuali con minorenni. Nel 2014 il sacerdote, all’epoca ancora al servizio della diocesi, intratteneva minorenni anche tra le mura di casa fotografandoli nudi o durante le prestazioni sessuali, per poi salutarli con una paghetta in genere di una ventina di euro. Per le nuove accuse Placido Greco potrebbe essere processato nel tribunale di Civitavecchia, competente per territorio, considerato che i festini coi ragazzini si sarebbero consumati a Fiumicino.

Don dino: processo per rapporti con minorenni

Nel computer di Don Dino al momento dell’arresto erano stati trovati 1686 file ritraenti minori e due album fotografici a tema. Il primo conteneva 117 foto di adolescenti nudi, ribattezzati uno ad uno coi nomi dei profeti e di personaggi della Bibbia, il secondo con 284 foto e sul retro l’indicazione della prestazione. Poi c’era il manoscritto dal titolo “Vi ho amato tutti e non vi scorderò mai. Venti anni di ricostruzione di un prete pedofilo“, ed era stato proprio questo ad incastrare l’ex sacerdote.

In aula Don Dino, assistito dall’avvocato Gianluca Nicolini, si era così giustificato: “Mi piacciono i giovani, ma non sono un maniaco di minorenni. Catalogo le foto di nudi di ragazzi perché sono un tipo molto ordinato e pure perché la carne è debole e provo piacere a rivederle. Per quei provini mi pagavano pure, in genere dieci euro. Li facevo posare nudi e poi consegnavo loro gli scatti tenendo una copia. In molti volevano togliersi dalla strada per fare marchette a casa. Li aiutavo. A tutti, però, chiedevo l’età se ho avuto rapporti con qualche minorenne è solo perché mi avevano detto bugie”.