> > Raccomandate ingannevoli Poste, 5 milioni di multa dall'Antitrust

Raccomandate ingannevoli Poste, 5 milioni di multa dall'Antitrust

Multa ai danni di Poste per le raccomandate ingannevoli

L'Antitrust ha comminato il massimo della pena per il caso delle raccomandate ingannevoli di Poste: 5 milioni di euro di multa.

Poste Italiane sono da oggi destinatarie di 5 milioni di euro di multa da parte dell’Antitrust per aver “adottato una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo, consistente nella promozione, risultata ingannevole, di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate”. In relazione alle raccomandate ingannevole di Poste – che a maggio ha delineato le linee guida della Performance 2020 – lAutorità Garante della Concorrenza e del Mercato si è così finalmente espressa designando al gruppo gestore dei servizi postali nazionale il massimo della pena che la legge prevede in questi casi. E che se fosse entrata nel nostro ordinamento la Direttiva Europea 2019/2161, la sanzione inflitta sarebbe stata colossale, perché corrispondente 4% del fatturo annuo dell’azienda (nel caso di Poste ammonta a 3,492 miliardi di euro).

Raccomandate ingannevoli Poste, multa salatissima

L’irrorazione dei 5 milioni di multa per le raccomandate ingannevoli di Poste è solo l’ultimo passo di una battaglia che i consumatori italiani hanno intrapreso per il mancato tentativo di recapito delle raccomandate presso le proprie abitazioni. Esemplari, in questo senso, i casi di persone costrette in casa o perché portatori di handicap o perché impossibilitati a lasciare i propri domicili durante il lockdown imposto per la pandemia da Coronavirus.

In una nota l’Antitrust afferma: “Il tentativo di recapito delle raccomandate non viene sempre esperito con la tempistica e la certezza enfatizzate nei messaggi pubblicitari, venendo, peraltro, frequentemente effettuato con modalità diverse da quelle prescritte dalla legge”. “Infatti” – prosegue il Garante – “Poste Italiane talvolta utilizza per comodità il deposito dell’avviso di giacenza della raccomandata nella cassetta postale anche quando sarebbe stato possibile consegnarla nelle mani del destinatario”.

Antitrust: “Danni al sistema giustizia”

Nella disamina del massimo edittale per la sanzione l’Antitrust – che nel maggio scorso ha inflitto una multa anche per il braccialetto anticoronavirus – ha tenuto conto anche di altri due aspetti. In primo luogo, le omissioni informativenei messaggi pubblicitari di promozione del servizio di ritiro digitale delle raccomandate, in quanto non viene chiarito che tale servizio è utilizzabile per i soli invii originati digitalmente“. In secondo luogo, per l’Autorità Garante, Poste Italiane, con la loro condotta, avrebbe causato “gravi danni al sistema giustizia del Paese per i ritardi dovuti ad errate notifiche nell’espletamento dei processi, soprattutto quelli penali, con conseguente prescrizione di numerosi reati, come più volte affermato nelle Relazioni Annuali sullo stato della giustizia citate nel provvedimento“.