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Primo giorno di scuola: com'è andato tra restrizioni e incertezze

rientro scuola

Diversi ragazzi hanno offerto la loro testimonianza sul primo giorno di scuola dell'era coronavirus: com'è andato?

Tra restrizioni anti contagio che rendono difficile la socialità, professori e aule mancanti ma anche tanta voglia di tornare sui banchi dopo sei mesi di chiusura, vediamo com’è andato il primo giorno di scuola attraverso i racconti di ragazzi che lo hanno vissuto in prima persona.

Primo giorno di scuola

Sono in totale 5,6 milioni gli studenti di dodici regioni italiane tornati in classe secondo i dati del Ministero dell’Istruzione. Wired ha raccolto diverse testimonianze sparse tra Lazio e Lombardia per osservare da vicino l’inizio dell’anno scolastico. Ciò che è emerso da molte di esse è l’incertezza e la difficoltà di rispettare in toto le norme. La mamma di un bambino che frequenta l’Istituto Cesare Battisti di Roma ha infatti raccontato di essere andata a prendere suo figlio in anticipo dopo aver visto il formarsi di assembramenti.

Una problematica evidenziata anche da alcuni alunni del quarto anno del liceo Socrate. Nonostante i percorsi diversi per entrare e uscire dalla scuola, è stato comunque impossibile mantenere le distanze. “All’uscita eravamo tutti attaccati, in molti senza mascherina. Avrebbero dovuto consegnarcele all’ingresso, le mascherine, ma non le abbiamo ricevute“, hanno spiegato. Altra criticità messa in luce è stata quella dei banchi monoposto: “ci hanno detto che forse arriveranno a ottobre, oggi eravamo seduti vicini“.

Lo stesso è accaduto anche al liceo Cannizzaro. I ragazzi hanno spiegato che in aula non era garantito il distanziamento. Inoltre hanno avuto da ridire sull’organizzazione dell’alternanza tra didattica in presenza e a distanza, lamentando problemi di connessione e impossibilità di vedere la lavagna. “Non crediamo ci sia una buona organizzazione dietro il rientro in classe, pensiamo che tra massimo un paio di settimane torneremo a seguire le lezioni da casa“, hanno detto scoraggiati.

Accanto a queste testimonianze negative c’è però spazio anche per chi è rimasto soddisfatto per le regole messe in campo dal proprio istituto. È il caso di un ragazzo del primo anno del liceo Copernico di Prato che ha parlato di rispetto delle distanze e della fornitura gratuita di mascherine per chi ne aveva bisogno. Unico problema la socialità: avendo dovuto trascorrere l’intervallo fermo al proprio posto, non è riuscito a parlare con i suoi nuovi compagni.