> > Fondazione Gimbe: "Aumento dei ricoveri, teniamo alta la guardia"

Fondazione Gimbe: "Aumento dei ricoveri, teniamo alta la guardia"

aumento contagi Gimbe

La Fondazione Gimbe lancia l'allarme sull'aumento dei ricoveri in degenza e in terapia intensiva di pazienti con coronavirus.

Il monitoraggio della Fondazione Gimbe relativo al periodo compreso tra il 9 e il 15 settembre 2020 ha rilevato un aumento dei ricoveri dei pazienti con coronavirus nonché un incremento degli attualmente positivi che hanno superato quota 40 mila.

Fondazione Gimbe rileva aumento ricoveri

Le ospedalizzazioni sono salite del 26% mentre i ricoveri in terapia intensiva del 41%. Basti osservare che dal 21 luglio al 15 settembre i ricoverati con sintomi sono aumentati da 732 a 2.222 e i pazienti intubati da 49 a 201. L’aumento delle nuove positività è rimasto invece stabile, a fronte però di una riduzione dei tamponi effettuati (370 mila rispetto ai 421 mila del periodo precedente). Il Presidente della Fondazione Nino Cartabellotta ha infatti sottolineato che “è verosimile che il numero dei nuovi casi sia sottostimato considerata la riduzione dei test“.

Gli esperti hanno evidenziato che i tre quarti dei pazienti in ospedale si concentrano in sette regioni, vale a dire Lazio (453), Campania (295), Lombardia (263), Puglia (204), Emilia-Romagna (168), Sicilia (141) e Liguria (128). Il 74,1% dei soggetti in terapia intensiva sono invece distribuiti in: Lombardia (29), Lazio (18), Campania (18), Sardegna (18), Emilia-Romagna (17), Sicilia (17), Toscana (17), Veneto (15).

Numeri che per il momento non mettono in allarme il sistema sanitario ma che spingono a tenere alta la guardia anche per l’imprevedibile impatto della riapertura delle scuole sulla curva dei contagi. Gli scienziati hanno infine rilevato la risalita dell’età media dei positivi che, dagli oltre 60 anni dei primi due mesi dell’epidemia era scesa sotto i 30. Ora si attesta invece a circa 40 anni. Cosa che dimostra, secondo Cartabellotta, che i giovani asintomatici contagiano i loro familiari che sviluppano sintomi e possono necessitare di ricovero ospedaliero.