> > È morto Peppino Caldarola, direttore de L'Unità: lutto nel giornalismo

È morto Peppino Caldarola, direttore de L'Unità: lutto nel giornalismo

È morto Peppino Caldarola, direttore de L'Unità: lutto nel giornalismo

Il giornalismo piange la scomparsa di Peppino Caldarola, l'ex direttore de L'Unità che ha fatto dell'impegno giornalistico una missione politica.

Lutto nel mondo del giornalismo e della politica: Peppino Caldarola, ex-direttore del quotidiano L’Unità, è morto lunedì 21 settembre dopo una malattia. Importante il suo ruolo anche come ex-dirigente del Partito Comunista italiano e come parlamentare dell’Ulivo. Il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, lo ricorda quale “punto di riferimento per generazioni“.

Morto Peppino Caldarola: dal giornalismo alla politica

La vita di Caldarola è stata improntata al ruolo sociale. Dirigente del Partito Comunista a Bari, è stato deputato dell’UIivo per due legislatura. Con lo scioglimento del Pci, è passato al Partito Democratico della Sinistra: ciò denota il suo impegno indefesso per la politica. Non si è mai stancato di tramandare i valori della sinistra storica, anzi qualche anno dopo ha aderito ai Democratici di Sinistra. Spettatore delle alterne vicende della sinistra italiana, Caldarola aveva visto da vicino le spaccature nel suo orientamento. Per questo, aveva sempre invitato all’unità: sosteneva che ogni battaglia ideologica contro Renzi fosse inutile. Critico nei confronti di alcune scelte dell’ex-presidente Pd, propugnava a una nuova visione. Caldarola era anche una buona penna: dal 1996 al 1998 e dal 1999 al 2000 era stato direttore de L’Unità.

Secondo lutto nel giornalismo dopo Rossanda

La scomparsa di Caldarola giunge qualche giorno dopo la morte di Rossana Rossanda, ex deputata, poi storica fondatrice de Il Manifesto. Rossanda avvia il progetto nel ’71 insieme a Lucio Magri. Radiata dal Pci, diventa la voce più critica ed “eretica” della sua sinistra. Le alterne vicende personali e professionali non intaccano il suo spessore umano e professionale. Nel 2012, Rossanda lascia il giornale da lei fondato, pur rimanendo ancora attiva nel giornalismo.

Con la morte di Caldarola, si aggiunge una notevole perdita a quello che era chiamato il giornalismo militante.