> > Marco Vannini, difesa Ciontoli: "Sentenza che sa di vendetta"

Marco Vannini, difesa Ciontoli: "Sentenza che sa di vendetta"

Antonio Ciontoli

Parla l'avvocato dei Ciontoli, che ha dichiarato che questa sentenza sembra essere fatta per accontentare gli italiani.

Il procuratore generale Vincenzo Saveriano ha fatto la sua requisitoria e ha confermato la richiesta di 14 anni per Antonio Ciontoli per omicidio volontario e per il resto della famiglia per concorso in omicidio. Oggi 23 Settembre è toccato alle arringhe difensive. Un dei legali dei Ciontoli, Andrea Miroli, ha posto l’attenzione “sul rischio di mediatizzazione del processo“, sottolineando che si tratta di una sentenza fatta per accontentare gli italiani, ma che sembra una vendetta. Secondo lui i media hanno avuto una forte influenza sul processo.

La difesa dei Ciontoli

L’avvocato Miroli ha dichiarato che sarebbe “un abominio giuridico condannare tutta la famiglia per omicidio volontario“, ribadendo che Antonio Ciontoli non avrebbe voluto sviare le indagini e sfuggire alla sua responsabilità. “La prima cosa che ha fatto al pronto soccorso è ammettere la sua responsabilità. Se il suo fine egoistico era salvaguardare al suo posto e avendo già ammesso di aver sparato, la morte di Marco non poteva assolutamente servire” ha spiegato l’avvocato. Ciontoli, secondo l’avvocato, non poteva in alcun modo volere la morte di Marco. Miroli ha addirittura chiedo l’assoluzione dei familiari di Ciontoli, sottolineando che i figli Martina e Federico e la moglie Maria non avevano consapevolezza della situazione. Il procuratore Saveriano ha chiesto una condanna a 14 anni di reclusione per Antonio Ciontoli con l’accusa di omicidio volontario. L’accusa ha chiesto che anche i suoi familiari vengano riconosciuti responsabili di omicidio volontario e di valutare l’ipotesi di concorso anomalo in omicidio volontario con dolo eventuale (9 anni e 4 mesi).

Marco Vannini è stato ferito da un colpo di pistola sparato da Antonio Ciontoli e poteva essere salvato se i soccorsi fossero stati veloci. Sono stati i Ciontoli a ritardare l’arrivo dei sanitari con i loro comportamenti. Per questo in primo grado Antonio Ciontoli è stato condannato per omicidio volontario, ma anche per omicidio colposo nel primo processo d’appello. Sentenza che è stata cancellata da quella successiva della Corte di Cassazione. Secondo i giudici della Corte suprema la morte di Marco è stata la conseguenza del colpo di pistola ma anche della mancanza di soccorsi immediati. La famiglia Ciontoli aveva messo in atto una “condotta omissiva nel segmento successivo all’esplosione di un colpo di pistola, ascrivibile soltanto ad Antonio Ciontoli, che, dopo il ferimento colposo, rimase inerte, quindi disse il falso ostacolando i soccorsi”.