Il Comune di Albinea, in provincia di Reggio Emilia, torna a schierarsi contro la movida per evitare la diffusione del Covid-19. Il sindaco Nino Giberti, dopo gli assembramenti delle notti precedenti e le conseguenti lamentele dei cittadini per il mancato rispetto delle norme sanitarie, ha emanato una ordinanza con cui rende più rigide le misure di prevenzione.
Albinea: l’ordinanza anti-Covid sulla movida
Il giovedì e il sabato, fino al 15 ottobre, i locali non potranno vendere alcolici dopo le 22.00. Dalle 23.30 alle 6.00, inoltre, non potrà essere acquistata né somministrata alcun tipo di bevanda. Il provvedimento più duro, tuttavia, probabilmente è quello che impone la chiusura alle 24.00. Stop, dunque, alla movida in questi giorni. Le sanzioni per i commercianti che non rispettano l’ordinanza vanno dai 500 euro ai 5mila euro. Già a giugno il sindaco aveva emanato due ordinanze, che dettavano i paletti sugli orari di apertura e chiusura dei locali e obbligavano i giovani ad indossare le mascherine anche all’aria aperta, ma con il trascorrere dell’estate il rispetto delle norme si era indebolito.
“Ci fa piacere continuare a essere un polo attrattivo per ragazzi che arrivano dalle provincie di Reggio, Modena e Parma, ma dobbiamo fare i conti con due dati oggettivi: sono state riaperte le scuole e oggi il Covid-19 si diffonde soprattutto attraverso i più giovani. Dobbiamo cercare di evitare il più possibile fenomeni di contagio che avrebbero inevitabili ripercussioni sulle strutture scolastiche della nostra provincia e non solo. Inoltre la chiusura estiva delle discoteche ha aumentato il concentramento di persone con il conseguente aggravarsi di comportamenti incivili e inaccettabili“, ha spiegato il primo cittadino Nino Gilberti.
Le proteste dell’opposizione
I commercianti intanto hanno manifestato il proprio dissenso per le restrizioni che ostacolano la ripartenza dell’economica cittadina. Insieme a loro gli esponenti dell’opposizione: “Imbarazzante. Non abbiamo altri aggettivi per definire l’ordinanza. Un documento che fra le righe cela un evidente: ‘non riusciamo a fare i controlli, quindi chiudiamo i locali. Si manifesta l’incapacità di tutelare commercianti e residenti“, hanno commentato i consiglieri di centrodestra Davide Ganapini, Giovanni Marmiroli e Marica Sarati.