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Scuola, i pediatri contro il sistema organizzativo dei tamponi

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Paolo Biasci, presidente della Fimp, lancia l'allarme: "Il sistema per rilevare la positività al coronavirus degli studenti non sta funzionando".

Il sistema organizzativo dei tamponi per rilevare la positività al coronavirus degli studenti “non sta funzionando: i tempi tra la richiesta del tampone da parte del pediatra e l’arrivo del risultati sono troppo lunghi, in media 5 giorni. Questo denota un deficit organizzativo grave ed il rischio è che si blocchi il Paese”. Con tali parole, riportate da TgCom24, si è espresso Paolo Biasci, presidente della Fimp (Federazione italiana medici pediatri). Tale affermazioni lasciano trasparire una certa preoccupazione per la scuola italiana nel futuro prossimo, poiché potrebbe essere messa seriamente in crisi.

Scuola: i pediatri temono un blocco

L’associazione Fimp ha avvertito che il rischio blocco potrebbe divenire una realtà. Questo perché ” i genitori restano fermi insieme ai figli, magari un’intera settimana, per poi avere un risultato del tampone negativo. E’ inaccettabile”. Paolo Biasci ha concluso: “Le Regioni devono impegnare più risorse per l’effettuazione rapida dei tamponi, altrimenti si bloccano le famiglie ed il Paese”.

Quanti casi di Covid nelle scuole italiane?

Al momento sono più di 500 gli istituti scolastici che hanno registrato almeno un caso di coronavirus nelle proprie classi. Sono almeno 80 gli istituti scolastici che sono stati chiusi. Le regioni in cima sono Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. A Roma sono 22 le scuole colpite, 16 a Bologna, mentre a Milano sono 14. A rivelare tali dati sono stati Vittorio Nicoletta e Lorenzo Ruffino, rispettivamente ricercatore e studente universitario. I due hanno preparato un database aggiornato costantemente circa la situazione dei contagi negli istituti italiani.