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Vaccino antinfluenzale, Gimbe: "Nelle farmacie manca per 2 persone su 3"

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La fondazione Gimbe pone la questione della mancanza di dosi di vaccino antinfluenzale nelle farmacie: 2 soggetti su 3 non ce l'avrebbero.

La Fondazione Gimbe ha evidenziato che nelle farmacie c’è poca disponibilità di vaccino antinfluenzale tanto che due su tre non riuscirebbero ad averlo. Preoccupazioni che hanno spinto l’agenzia italiana del farmaco ad affermare che rispetto agli anni precedenti le Regioni hanno acquistato 4,5 milioni di dosi in più.

Fondazione Gimbe su vaccino antinfluenzale

Il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta ha sottolineato che mai come nel 2020 è importante vaccinarsi perché, oltre a ridurre le complicanze dell’influenza stagionale e contenere l’eccesso di mortalità, farebbe diminuire anche il numero di persone sintomatiche che rischiano di sovraccaricare i servizi sanitari territoriali e i pronto soccorso e soprattutto di essere scambiati per casi di coronavirus.

A livello nazionale le dosi disponibili sono oltre 17 milioni, con diverse varietà regionali: sette Regioni e due Province autonome non potranno infatti raggiungere coperture pari o superiori al 75% della popolazione target a rischio per età. Si tratta in particolare della Provincia autonoma di Trento (70,2%), del Piemonte (67,9%), della Lombardia (66,3%), dell’Umbria (61,9%), del Molise (57,1%), della Valle d’Aosta (51,5%), dell’Abruzzo (49%), della Provincia autonoma di Bolzano (38,3%) e della Basilicata (29%),

Le altre dodici regioni si sono invece aggiudicate un quantitativo adeguato di dosi per raggiungere la copertura del 75% della popolazione target per età. Al momento le Regioni hanno ceduto alle farmacie l’1,5% delle dosi acquistate (circa 250.000), prevedendo di ampliare tale dotazione se nel corso della campagna dovessero rendersi disponibili altre dosi.

L’esigua disponibilità di vaccino antinfluenzale nelle farmacie, ha spiegato Cartabellotta, va ricondotta ad almeno tre fattori. Il primo è che il Ministero della Salute e la maggior parte delle Regioni non hanno previsto con largo anticipo la necessità di aumentare le scorte per la popolazione non a rischio. Il secondo è che l’aumentata domanda sui mercati internazionali ha impedito ad alcune Regioni di aggiudicarsi il 100% delle dosi richieste. Il terzo è che le farmacie non sono riuscite ad approvvigionarsi per mancata disponibilità del vaccino sul mercato.