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Visite consentite ai familiari dei malati di coronavirus nelle loro ultime ore di vita. È questa l’iniziativa dell’Azienda Ospedaliera di Padova dove si sta definendo nello specifico un nuovo protocollo. Fino a questo momento, infatti, tutti gli ammalati gravi hanno vissuto gli ultimi istanti di vita nella solitudine, senza la possibilità di vedere i propri cari. L’elaborazione del nuovo protocollo risponde all’appello di Maurizia e Alessandra Dalla Volta, figlie del professor Sergio Dalla Volta, fondatore della Scuola di cardiologia di Padova.
Il professor Della Volta è deceduto il 20 agosto scorso in solitudine all’età di 92 anni. L’uomo era stato ricoverato per un infarto ed è poi risultato positivo al coronavirus. Le figlie non hanno mai potuto vederlo. Stesso dramma per tantissime persone che hanno perso i propri cari nei reparti di Terapia intensiva degli ospedali italiani. Le figlie del professore sono entrambe musiciste ed insegnanti al Conservatorio di Parigi. Maurizia si trovava proprio a Padova quando il padre è stato ricoverato.
“Che senso ha questo martirio?”
“Perché mantenere questa rigidità – hanno raccontato Maurizia e Alessandra Dalla Volta – ora che le cose si stanno un po’ normalizzando, tanto che hanno riaperto ristoranti, discoteche, centri commerciali, stadi, palazzetti? Che senso ha oggi questo martirio? La vicinanza nella morte ha a che fare con i bisogni intimi e antichi dell’uomo”. Le donne hanno spiegato che in Francia sono previste le visite ai familiari in fin di vita malati di coronavirus.
La richiesta alle autorità
“Chiederei alle autorità italiane – ha concluso Maurizia – di rendere regolarmente accessibile alle famiglie la possibilità di vedere un’ultima volta i loro cari. Pur nella tristezza è una piccola consolazione antica che aiuta in qualche modo a elaborare il lutto. E chiederei anche che venga concessa, con le dovute precauzioni, la visita ai parenti in fin di vita”.