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Caso Vannini, l'accusa: "Ciontoli colpevoli di omicidio volontario"

Marco Vannini

"Non hanno alzato un dito per dare un aiuto al povero Marco Vannini", questa l'accusa del procuratore generale alla famiglia Ciontoli.

La sentenza del processo bis relativo alla morte di Marco Vannini è attesa nel pomeriggio di mercoledì 30 settembre. Dopo la decisione della Suprema Corte di Cassazione di annullare il primo giudizio di secondo grado e disporre un nuovo processo d’appello, a giudicare i fatti sarà il presidente della Corte Gianfranco Garofalo, il quale terrà in considerazione la sentenza e i parametri imposti in Cassazione.

L’accusa ai Ciontoli

Tutta la famiglia Ciontoli è responsabile di omicidio volontario. Per 110 minuti dal momento dello sparo – ha spiegato il procuratore generale Vincenzo Severiano, rappresentante dell’accusaprende atto la condotta dolosa. I Ciontoli avrebbero dovuto chiamare i soccorsi un secondo dopo, ma non hanno alzato un dito per dare un aiuto al povero Marco. La sentenza è già scritta: a mio parere sono convinto che possiate condannare tutta la famiglia perché avete la sentenza di Cassazione, è un percorso obbligato. Non è possibile il concorso colposo per un reato doloso. Tutti i familiari hanno assecondato quello che voleva Antonio Ciontoli: hanno mentito e tutte le cose che già sapete. La vostra strada obbligata È soltanto una, è un concorso pieno di tutti nell’omicidio volontario, non potete parlare di colpa e dolo insieme“.

Nelle prossime ore in aula parlerà anche la difesa. Intorno a mezzogiorno, invece, il Collegio giudicante si riunità in Camera di Consiglio per emettere la sentenza, che dovrebbe essere annunciata nel pomeriggio.

Le ipotesi di condanna

La richiesta dell’accusa è di 14 anni di reclusione per omicidio volontario ad Antonio Ciontoli, che ha dichiarato di essere l’autore dello sparo che ha portato alla morte di Marco Vannini nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015, nonché alla moglie Maria Pezzillo e ai figli Martina e Federico. Nel caso in cui non venga riconosciuto il seguente capo d’accusa, il sostituto procuratore della corte d’appello di Roma, Vincenzo Saveriano, ha richiesto che venga riconosciuta ai familiari di Antonio Ciontoli la responsabilità di concorso anomalo in omicidio volontario con dolo eventuale, ai sensi dell’articolo 116 del codice penale, e dunque una condanna di 9 anni e 4 mesi alla reclusione.

La difesa, invece, vorrebbe una condanna di massimo 5 anni di reclusione per omicidio colposo ad Antonio Ciontoli e l’assoluzione per il resto dei membri della famiglia.