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Riscaldamento, la data di accensione del 2020 regione per regione

riscaldamento

L'accensione degli impianti di riscaldamento centralizzati deve sottostare alla legge: le regole sulle date e sul numero di ore di utilizzo.

Gli edifici con impianti di riscaldamento centralizzati, per la accensione di questi ultimi, devono sottostare a particolari leggi. La legge (n. 10/1991 e del DPR n. 412/1993 e successive modifiche) ha diviso nei dettagli l’Italia in base alle diverse zone climatiche in base alle temperature medie registrate durante l’anno. L’unità di misura è il grado-giorno. Da questi criteri dipendono le date di accensione del riscaldamento, il numero di ore in cui questo può restare acceso. In occasione di eventi climatici particolari, invece, spetta al sindaco del comune di competenza mettere in atto eventuali variazioni.

In generale, la legge prevede che gli impianti di riscaldamento centralizzati siano impostati a una temperatura inferiore a 20 gradi. Una tolleranza di 2 gradi in eccesso si ha all’interno delle abitazioni, delle scuole e degli uffici. Il riscaldamento, inoltre, deve restare spento tra le 23 e le 5.

Le fasce climatiche e le date

La zona A include i comuni del Sud e delle isole con gradi-giorno inferiori a 600 (Lampedusa, Linosa, Porto Empedocle). In queste aree la legge prevede che il riscaldamento possa essere acceso dal 1° dicembre al 15 marzo per sei ore al giorno.

La zona B, che include comuni con gradi-giorno tra i 600 e i 900 (le province di Agrigento, Catania, Messina, Palermo, Siracusa, Trapani, Reggio Calabria e Crotone), ha come date dal 1° dicembre al 31 marzo ed il riscaldamento può essere acceso per otto ore al giorno.

La zona C, che include i comuni con gradi-giorno tra 901 e 1400 (le province di Imperia, Latina, Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari, Taranto), prevede i termosifoni dal 15 novembre al 31 marzo per dieci ore al giorno.

La zona D, che riguarda i comuni con gradi-giorno tra 1401 e 2100 (le province di Genova, La Spezia, Savona, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Siena, Terni, Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro, Pescara, Teramo, Vibo Valentia), accenderà gli impianti a partire dal 1° novembre per spegnerli il 15 aprile, per dodici ore al giorno.

La zona E, che include i comuni con gradi-giorno tra 2101 e 3000 (le province di Alessandria, Aosta, Asti, Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bologna, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Modena, Parma, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Arezzo, Perugia, Frosinone, Rieti, Campobasso, Enna, L’Aquila, Potenza), prevede l’accensione dal 15 ottobre al 15 aprile per quattordici ore al giorno.

La zona F, infine, che include i comuni più freddi (le province di Cuneo, Belluno e Trento), non hanno limitazioni in merito all’accensione dei riscaldamenti durante il giorno.