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Bimbo morto a Napoli, la madre di un amico: "Altri due come lui"

Napoli, bimbo morto per "sfida"? Interviene una madre

Altri 2 ragazzini contattati da Jonathan Galindo, lo afferma la madre di un compagno di classe del bimbo morto a Napoli.

Sulla vicenda del bimbo morto a Napoli, interviene la madre di un suo compagno di classe. Secondo quanto affermato dalla donna, anche altri coetanei del piccolo così come ragazzi più grandi, erano a conoscenza dell’uomo con la faccia di Pippo della Disney.

Napoli, bimbo morto: una testimonianza

La signora riporta che almeno due ragazzini, che frequentavano lo stesso ambiente del bimbo di Napoli, erano stati contattati da Jonathan Galindo sui social network. “Vorrei dire questo a tutte le famiglie colpite dal lutto: non devono sentirsi in colpa. Come è possibile rendersi conto dei pericoli? Gli stessi ragazzi non li riconoscono, come dimostra quanto mi hanno appena riferito”, dice la donna.

Secondo lei è sbagliato parlare di suicidio, in quanto il bambino era in fuga da un pericolo. “Il primo episodio che mi è stato riferito risalirebbe al periodo del lockdown: una ragazzina, 14 anni da compiere, sarebbe stata contattata su Instagram”, racconta,So dove abiti-, il messaggio ricevuto. Lei, sveglia anche perché di tre anni più grande, gli avrebbe chiesto di indicare esattamente dove. Da quel momento, non sarebbe stata più importunata”.

Le parole di una madre

L’altro episodio di contatto con J.Galindo riguarda un altro 14enne con un fratello minore, coetaneo del bimbo che è morto lanciandosi dal balcone. Il piccolo avrebbe riferito al grande di essere stato contattato dal profilo falso sui social network e di non sapere come comportarsi. “Il fratello maggiore gli avrebbe risposto di lasciare stare, di non perdere tempo con queste sciocchezze… Altro che sciocchezze”, dice la mamma che riporta la vicenda.

“Quello che manca è la concezione del pericolo tra i nostri ragazzi che non hanno pensato di dirlo”, ribadisce, “Mio figlio non vuole andare nemmeno in bagno da solo. Sa tutto, ho preferito affrontare io l’argomento al posto di altri, anche se inizialmente con alcune mamme avevo concordato di dire solo di un incidente. Gli ho mostrato i profili fake e ho detto che, fisicamente, nessuno ha quelle sembianze mostruose”.