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Cesare Battisti minaccia sciopero della fame: "Condizioni vergognose"

cesare battisti

L'ex terrorista Cesare Battisti ha minacciato di iniziare uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni in cui è detenuto in carcere.

Dal carcere di Corigliano Rossano dove è detenuto da qualche settimana l’ex terrorista Cesare Battisti minaccia nuovamente lo sciopero della fame, al fine di protestare contro quelle che a suo dire sono delle condizioni di detenzione insostenibili. L’ex membro del Proletari Armati per il Comunismo ha scritto una lunga lettera inviata dal Dap tramite il suo avvocato, in cui esterna tutte le problematiche emerse a seguito del trasferimento in Calabria.

Cesare Battisti minaccia sciopero della fame

Nella lettera scritta a mano, Battisti se la prende contro il provvedimento di incarcerazione da lui subito: “Oltre ad essere spiccatamente punitivo sotto tutti gli aspetti, il mio trasferimento a Guantanamo Calabro equivale ad una condanna all’isolamento ininterrotto, dato anche l’impossibile contatto con i membri dell’Isis o supposti tali”.

È a questo punto che Battisti minaccia il ricorso allo sciopero della fame: “Voglio sperare che il Dap trovi per me una sistemazione degna di un Paese civile, senza costringermi a riprendere lo sciopero della fame. Già che è preferibile finirla in un mese, con la gioia dell’ipocrisia nazionale, piuttosto che agonizzare un anno in condizioni vergognose e insostenibili”.

Il sequestro del computer

L’ex terrorista denuncia inoltre sia le dimensioni estremamente ridotte della cella, circa un terzo in meno di quella dov’era detenuto a Oristano, che il sequestro del proprio computer portatile, con cui è stato di fatto impossibilitato a continuare il suo lavoro di romanziere: “A una mia richiesta, è stato provocatoriamente risposto che non risulta alle autorità una mia professione che implichi la disponibilità del computer o di altro materiale didattico. Come se non bastasse, mi è stata applicata una feroce censura. Questa non già per la supposta ‘fitta attività epistolare eversiva’, bensì con il chiaro obiettivo di impedirmi di interagire con le istanze esterne, culturali e mediatiche, grazie alle quali starei guadagnando consensi democratici e garantisti, di fronte alla vendetta dello Stato”.