Martedì 29 Settembre 2020, un bambino di soli 11 anni si è suicidato a Napoli (zona di Chiaia-Posillipo), lanciandosi dal decimo piano della sua abitazione. Le indagini hanno portato alla luce come il bambino, probabilmente, sia stato vittima di un gioco horror comparso sul cellulare a seguito di alcune catene virali.
Poco prima di lanciarsi nel vuoto, infatti, al cellulare della madre era arrivato un messaggio nel quale si faceva riferimento ad un “uomo nero” o ad un “uomo col cappuccio”. Dietro questi personaggi inventati si celano adulti o coetanei che inducono i più piccoli a compiere gesti violenti o autolesivi tramite sfide che scorrono sui social. Ma quali sono i personaggi più pericolosi?
Il primo è Jonathan Galindo. Faccia da pupazzo apparentemente innocente, adesca i bambini sui social (Facebook, Instagram e Tik Tok) chiedendo loro di giocare insieme. Poi li spinge ad azioni sempre più rischiose. Forse c’è lui dietro la tragedia di Napoli.
Momo, invece, è una combinazione tra l’episodio della celebre serie tv Black Mirror “Shut Up and Dance” e la Blue Whale. Chiede ai piccoli di inviare una serie di messaggi ad un numero Whatsapp, il quale invia delle istruzioni per compiere una serie di compiti bizzarri e pericolosi come guardare un film horror e farsi del male. Altre volte chiede di fare azioni ben più pericolose che possono rivelarsi fatali.
Giochi di Morte social: i personaggi pericolosi
Slender Man è invece un personaggio creato nel 2009 da Erik Knudsen, noto col nome d’arte di Victor Surge. Slender è il protagonista di racconti dell’orrore del genere creepypasta e di videogiochi. Nel 2014 a lui fu collegato un caso di cronaca. Le dodicenni Anissa Weier e Morgan Geyser a Waukesha, città del Wisconsin, accoltellarono la loro coetanea Payton Leutner per 19 volte cercando di compiacere Slender Man.
Payton fu abbandonata nel bosco ma nonostante le ferite riuscì a mettersi in salvo. Rimase ricoverata in ospedale per sei giorni.