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Campania, Unità di Crisi su misure anti-movida: "Rigide ma necessarie"

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Pina Tommasielli, medico referente dell'Unità di Crisi, sulla nuova ordinanza in Campania: "Dalla movida partono troppi contagi".

La nuova ordinanza emenata in Campania dal Presidente della Regione Vincenzo De Luca, che prevede la chiusura dei locali alle 23.00, ha generato numerose polemiche tra i commercianti e gli assidui frequentatori della movida. La limitazione negli orari di apertura, tuttavia, è secondo l’Unità di Crisi regionale un provvedimento indispensabile per evitare un altro lockdown.

Unità di Crisi: “Restrizioni indispensabili”

Pina Tommasielli, responsabile della medicina territoriale dell’Unità di Crisi della Regione Campania per l’emergenza Covid-19, in un’intervista rilasciata a Fanpage, ha parlato della necessità di attuare delle restrizioni relative alla movida partenopea.

Le ordinanze del presidente della Regione Campania – dice – possono sembrare rigide, ma servono a evitare la diffusione del contagio da Coronavirus. Siamo arrivati purtroppo ad oltre 400 casi di nuovi positivi al giorno, una percentuale molto alta. Dai tracciamenti effettuati dall’Asl si è visto che molti contagi vengono dai giovani che frequentano abitualmente la movida notturna e che tornati a casa infettano i propri cari. Per questo le nuove misure, con lo stop alle ore 23 alle attività dei baretti sono assolutamente necessarie.

Vorrei che si capisse – continua – che queste misure servono per il bene di tutti, per rallentare la corsa del virus ed evitare che ci sia un nuovo lockdown. Quello che oggi può apparire una penalizzazione, in realtà è una misura per salvare tante persone dal contagio ed evitare il blocco totale delle attività“.

Le nuove misure

Le nuove misure di contenimento della pandemia in Campania, tuttavia, non riguardano soltanto la limitazione della movida.

Sui trasporti pubblici – spiega Tommasielli è già stata operata una riduzione dei posti disponibili all’80% della capienza. Il sistema dei trasporti è fondamentale per la vita quotidiana, con le dovute cautele e la massima sicurezza. Anche durante il lockdown i trasporti non si sono fermati, benché fortemente ridotti.

È necessario attivare l’assistenza domiciliare da parte dei medici di base. Lo stiamo facendo con un protocollo preciso Bisogna tornare a fare il triage telefonico e a breve potremo partire con i tamponi rapidi antigenici, in grado di dare risultati sulla positività in 15 minuti. In questo modo si potrà sapere subito se i sintomi avvertiti sono da influenza normale, polmonite di altro genere o Covid.

I medici di famiglia – conclude – devono essere dotati di Dpi e potranno fare visite e tamponi rapidi a casa. Questi ultimi una volta arrivati potranno essere utilizzati anche per gli screening nelle scuole“.