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Ascoli, arbitro di 29 anni ha un malore sul campo: è grave

Arbitro malore grave

Sono gravi le condizioni del giovane arbitro accasciatosi per un malore durante un allenamento.

Ad Ascoli è grave la situazione di un arbitro di 29 anni, ricoverato all’ospedale di San Benedetto dopo un malore avvenuto sul campo. Secondo le testimonianze, è stato necessario il trasporto d’urgenza al nosocomio dopo che il 29enne si è accasciato mentre stava effettuando alcuni giri di campo.

Ascoli, arbitro grave per un malore sul campo

Erano appena passate le 19 di mercoledì 7 ottobre quando un giovane arbitro di 29 anni si è sentito male. Stava facendo un allenamento presso il campo scuola di via De Dominicis, quando alcuni passanti hanno notato il ragazzo che si era accasciato a terra. All’inizio il sospetto è che si trattasse di una banale caduta. In realtà, il 29enne faceva fatica ad alzarsi da terra. Alcuni, quindi, si sono avvicinati e hanno notato che aveva problemi di mobilità a una gamba e a un braccio.

I soccorsi tempestivi dopo il malore

Immediatamente sono stati allertati i soccorsi. Gli operatori del 118 sono sopraggiunti con il personale medico e paramedico, che hanno cercato subito di fornire le cure al 29enne. Ma il medico, comprendendo da subito la gravità della situazione, ha predisposto il trasporto d’urgenza presso l’ospedale di San Benedetto. Alcuni esami hanno escluso gravi patologie, eppure qualcosa è andato storto. Nella notte, le condizione del giovane si sono aggravate ulteriormente. L’equipe medica ha dichiarato che le sue condizioni restano gravi, mentre si stanno valutando le cause del malessere.

Per l’arbitro, decisive le prossime 48 ore

Secondo gli esperti, saranno decisive le prossime 48 ore per definire un quadro clinico completo ed accertare le cause che hanno provocato questo – apparentemente strano – malore. Anche gli stessi conoscenti, che lo hanno visto cadere sul campo d’allenamento, non hanno minimamente contemplarto la gravità della sua situazione. Gravità poi confermata da un quadro clinico che gli stessi medici fanno ancora fatica a ricostruire.