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Coronavirus, Pesenti: "Chiudere i bar alle 17 in tutta la Lombardia"

Coronavirus Lombardia Pesenti

Per limitare la diffusione del coronavirus in Lombardia, il primario Pesenti propone la chiusura di tutti i bar alle 17.

Antonio Pesenti, coordinatore dell’Unità di crisi della Lombardia per le terapie intensive e primario di Rianimazione al Policlinico di Milano, ha affermato che per ridurre gli assembramenti e quindi i contagi da coronavirus sarebbe opportuno chiudere tutti i bar alle 17. Ha poi fornito un quadro sulla situazione epidemiologica in regione.

Coronavirus: Pesenti sulla situazione in Lombardia

Intervistato dal Corriere della Sera, l’esperto ha spiegato che, stando ai dati aggiornati al 9 ottobre 2020, sul territorio ci sono 44 pazienti in terapia intensiva in ventilazione meccanica o intubati. Si tratta di malati gravi come quelli di marzo e con una mortalità simile, intorno al 40% dei pazienti. Rispetto alla primavera, quando si erano raggiunte 1.500 persone in rianimazione, i numeri sono però decisamente inferiori.

La situazione è inoltre più gestibile perché, a differenza di quanto accaduto nei mesi caldi dell’epidemia, le persone con sintomi si presentano subito al Pronto Soccorso e dunque si alleggerisce la pressione sulle rianimazioni perché si può intervenire con le cure in modo tempestivo. “Molte cose sono diverse, abbiamo maturato un’esperienza enorme, ma manca ancora una terapia specifica contro il virus“, ha aggiunto.

Per quanto riguarda i piani lombardi se l’andamento peggiorasse, Pesenti ha spiegato che si utilizzerebbe una rete di dodici ospedali oltre ai cinque già di riferimento per il Covid (Niguarda e Policlinico a Milano, Pavia e Brescia). Infine si potrebbe usufruire anche dei reparti allestiti in Fiera.

A chi gli chiede una misura restrittiva per limitare i contagi, lui propone la chiusura di tutti i bar alle 17. “Ieri sera rientravo a casa, alle sette circa, e sono passato vicino ai locali in zona Bocconi. Ho visto i giovani fuori dai locali senza mascherina a 20 centimetri uno dall’altro“, ha spiegato. Il primario ha infine fatto il punto sulle analisi epidemiologiche condotte in Lombardia, che hanno evidenziato come il 7/8% dei cittadini abbia sviluppato degli anticorpi. Il che vuol dire che su 10 milioni di persone circa 800mila sono entrate a contatto con il virus senza sviluppare la malattia.