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Violenza sulle bambine: la situazione è allarmante anche in Italia

Violenza sulle bambine in Italia

Nel 2019 ben 5939 bambine sono state vittime di violenza e la pornografia minorile ha registrato un +26% rispetto al 2018. Cala la prostituzione minorile, dove la Lombardia detiene il triste primato.

C. ha sei anni. Tre mesi fa l’hanno portata via dalla sua famiglia perché il padre abusava di lei; la madre sapeva tutto, ma non aveva il coraggio di andare a denunciarlo. A salvarla dalla sua famiglia è stata la sua maestra, cui C. durante un gioco aveva rivelato piangendo ciò che accadeva fra le mura domestiche.

T. invece di anni ne ha sette, ha iniziato a fare la baby modella quattro anni fa e vive in un mondo popolato da lustrini, shooting fotografici, mascara e ombretti: a scuola è una delle più invidiate, sogna da grande di fare la modella, o magari di riuscire a diventare attrice. La sua unica ambizione, adesso, è quella di essere magra. “Perché chi è magro come la mamma è felice”, mi dice.

C. e T. sono due bambine italiane, che vivono a 200 chilometri di distanza. Le loro storie sono opposte, sottendono abusi e violenze del tutto differenti, eppure raccontano molto delle sofferenze e delle pressioni cui sono vittime le bimbe italiane.

Bimbe che l’11 ottobre dovrebbero festeggiare la loro giornata – perché da anni l’11 ottobre è la Giornata Mondiale delle Bambine – e che invece rimangono nell’ombra e nel dolore.

Se nel mondo ogni anno 12 milioni di ragazze sotto i 18 anni sono costrette a sposarsi, spesso con uomini molto più grandi di loro, e secondo una stima a ribasso nel solo 2020 ben 4,1 milioni di bambine verranno sottoposte a mutilazioni genitali, la situazione di violenza perpetuata sul corpo delle minori anche nel nostro Paese è allarmante.

A raccontarlo, come ogni anno, è il dossier InDifesa di Terre des Hommes – costruito elaborando i dati del Comando Interforze – che rivela come nel 2019 ben 5939 bambine siano state vittime di violenza. I reati riguardano spesso il corpo: la pornografia minorile ha registrato un +26% rispetto al 2018, mentre è del 700% l’aumento in dieci anni del dato relativo alle vittime di detenzione di materiale pornografico.

Ai maltrattamenti in famiglia che continuano a crescere, si affiancano anche i reati della sfera sessuale aggravata, la corruzione di minorenne, e gli atti sessuali con minore. Fortunatamente cala la prostituzione minorile (-19% rispetto al 2018, -34% sui 10 anni). E la Lombardia si rivela la regione italiana dove si registrano più casi (1.015 vittime), seguita da Sicilia (651), Emilia Romagna (644), Lazio (541), Veneto (433) e Campania (414). L’incremento più significativo si è verificato in Basilicata: nel 2018 le vittime erano 30, passate a 55 l’anno scorso.

L’omicidio volontario invece vede come primatista con cinque vittime la Campania. Impossibile non pensare a quello che qui successe sei anni fa, e che spezzò il cuore dell’Italia intera. Era il 24 giugno 2014 quando la piccola Fortuna Loffredo venne scaraventata dal terrazzo dell’ottavo piano del rione Parco verde di Caivano da Raimondo Caputo. L’uomo aveva provato ad abusare della bambina, e l’aveva ammazzata brutalmente quando questa aveva tentato di ribellarsi.

La vicenda rivelò un’Italia di squallore e miseria. E ha adesso ispirato il regista Nicolangelo Gelormini, che ne scrive con Massimiliano Virgilio nel film “Fortuna”. C’è grande attesa per questa opera prima, che sarà presentata alla Festa del Cinema di Roma nella sezione ufficiale e che annovera fra le attrici anche Valeria Golino. C’è grande attesa per comprendere la strada usata dai due autori per narrare il reale e accompagnare lo spettatore nei meandri di una violenza sottaciuta.

Eppure, oggi più che mai è fondamentale obbligare la narrazione a indagare la brutalità e l’accanimento sul corpo delle più piccole e sulle loro inermi storie, oltre pellicole strumentali quali “Cuties” – film su Netflix, che alla piattaforma è costata 9 milioni di euro fumati in borsa – oggetto di grande polemica per le oscene inquadrature sul corpo delle minori. È fondamentale riprendere e allargare la riflessione sull’ipersessualizzazione e la strumentalizzazione del corpo delle bambine, che saranno le donne di domani.

Albert Einstein diceva che “non esistono grandi scoperte, né reale progresso finché sulla terra esiste un bambino infelice”. Esistono molti modi in cui noi adulti sappiamo sottrarre l’infanzia e la gioia ai bambini. Alcuni sono più evidenti e hanno i confini dello sfruttamento e dell’abuso, altri sono più sottili come la manipolazione psicologica e la capacità di indirizzare in modo univoco i desideri. Tutti producono nei più piccoli dolori eterni, cicatrici dell’anima da cui difficilmente potranno guarire e affrancarsi nel corso della loro vita.

Se alle bambine di oggi dovremmo tornare a chiedere solo che siano e sappiano essere bambine, noi adulti – e soprattutto a noi donne adulte – dovremmo invece impegnarci per far sì che i corpi delle più piccole restino corpi di giochi spensierati, protetti dagli abusi e dalle strumentalizzazioni.