> > Coronavirus, Arcuri: "Ad oggi non ci sono condizioni per lockdown"

Coronavirus, Arcuri: "Ad oggi non ci sono condizioni per lockdown"

Arcuri

"Oggi non ci sono le condizioni per tornare al lockdown": il Commissario per l'emergenza Arcuri commenta i dati del coronavirus rispetto a marzo.

L’aumento considerevole dei casi di coronavirus registrati da inizio ottobre ha fatto preoccupare, certo, ma la comunità scientifica non ritiene ci siano le condizioni per attuare un lockdown, come era successo a marzo. Proprio sulle misure da attuare per tenere sotto controllo il virus è intervenuto a ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3 il Commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri.

Arcuri: “Non ci sono condizioni per lockdown”

“Oggi non ci sono le condizioni per tornare al lockdown, c’è bisogno di prendere tutti coscienza e farci carico di un necessario incremento di responsabilità”. Il Commissario per l’emergenza Arcuri ribadisce ciò che gli esperti hanno più volte detto: l’impatto del coronavirus sul nostro Paese è decisamente diverso da questa primavera. Per spiegare meglio il concetto, Arcuri utilizza uno dei dati maggiormente osservati nell’analisi del comportamento del virus, quello dei ricoveri in terapia intesiva.

“Il 31 marzo c’erano in terapia intensiva 4.023 pazienti, il 10 ottobre ce n’erano 390. Il segno della risposta che il sistema ha dato rispetto all’epidemia e negarla vuol dire che si è poco informati”.

Coronavirus, Arcuri su vaccino e test

Nonostante i numeri siano più confortanti di quelli di marzo non bisogna assolutamente abbassare la guardia, perchè il virus può fare ancora molto male. E una cura, per ora, non si è ancora trovata. “Quando arriva non lo sappiamo [il vaccino, ndr], abbiamo una decina di aziende internazionali nella fase 3, l’ultima prima della possibilità di distribuire su vasta scala i vaccini” spiega Arcuri. “Spero come il ministro Di Maio che arrivi il prima possibile“. Se i vaccini ancora non ci sono, abbiamo però i test: “Abbiamo chiuso la gara per acquisire 5 milioni di test rapidi antigenici” spiega Arcuri. “Abbiamo oltre 100 milioni di test antigenici potenzialmente in posizione di essere acquisiti. Quindi rapidamente metteremo in campo questo strumento non solo nei porti e aeroporti ma ne metteremo un certo numero a disposizione dei medici di medicina generale”. Una previsione sulle tempistiche: “Ci servirà una settimana, dieci giorni e li acquisiremo”. Un’ultima battuta, poi, sul numero dei tamponi effettuati in questo periodo, molto alto rispetto a prima: “Il 10 ottobre ci sono stati 133.084 tamponi, sette volte di più del 31 marzo” sottolinea. “Questo incremento forsennato di tamponi vuol dire che questo investimento è stato fatto”.