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Rider, chiusa l'inchiesta sul caporalato: 10 indagati in Uber Eats

Rider, inchiesta sul caporalato: Uber commissariata

Chiuse le indagini della Procura di Milano sul caso dei rider sfruttati e sottopagati. La società Uber Eats era già stata commissariata a fine maggio.

I rider che sfrecciano nel traffico con i nostri pasti sulle spalle sono sfruttati e sottopagati: queste le conclusioni a cui è giunta la Procura della Repubblica di Milano che è intervenuta con una lunga inchiesta, guidata dal PM Paolo Storari che ha iscritto nel registro degli indagati dieci persone.

L’avviso di chiusura indagini fa riferimenti precisi a fatti e condizioni di lavoro disegnando uno spaccato molto crudo di una fetta di società che vediamo ma non abbiamo mai toccato con mano. Lavoratori pagati 3 euro per ogni consegna effettuata, sanzioni rigide che prevedevano decurtazioni dalla paga per ogni tipo di mancanza.

Rider, chiusa inchiesta sul caporalato

Nome di spicco tra gli indagati quello di Gloria Bresciani, manager di Uber Italy, che al telefono sottolineava ad un dipendente quello che non doveva mai più dire per telefono: “Davanti ad un esterno non dire mai più abbiamo creato un sistema per disperati; anche se lo pensi i panni sporchi vanno lavati in casa e non fuori” .

La Società alla sezione misure di prevenzione

Il prossimo 22 ottobre è prevista un’udienza davanti alla sezione “Misure di Prevenzione” del Tribunale di Milano dove la Società Uber Italy dovrà comparire per rispondere in virtù della legge sulla responsabilità amministrativa.

Secondo il magistrato Storari i riders venivano “sottoposti a condizioni di lavoro degradanti, con un regime di sopraffazione restibutivo e trattamentale, come riconosciuto dagli stessi dipendenti Uber”.

L’inchiesta della magistratura milanese marcia di pari passo con la redazione e l’approvazione di un nuovo contratto collettivo per gli operatori delle consegne. Il testo prevederà indennità per il lavoro notturno, per il maltempo ed i festivi, la restribuzione partirà da un minimo di dieci euro per ogni ora di lavoro e stabilirà maggiori tutele.

A maggio la svolta nelle indagini

La Società aveva ricevuto la cotestazione della condotta di cui all’articolo 603bis del codice penale che consiste nella intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro a causa della non corretta gestione dei fattorini che provvedono alle consegne per suo conto, soprattutto nel settore del food delivery. Alla Società, ramo italiano di una multinazionale con base negli States, era anche stato applicato un provvedimento di commissariamento.