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Coronavirus, Pregliasco: rischio lockdown prima di Natale

il virologo fabrizio pregliasco

Il virologo Fabrizio Pregliasco sostiene che una chiusura a breve termine sarà inevitabile

Le emergenze si fronteggiano anche attraverso scenari e pianificazioni. Lo scenario che ha in mente il virologo Fabrizio Pregliasco, il piano a cui sta lavorando, è proprio quello di un lockdown dell’area intorno alla città di Milano. Ed è in fondo quello che stanno pianificando tutte le grandi città estere, a cominciare da Parigi che sta subendo da tempo ondate massicce di casi segnalati e conclamati di Covid tra i suoi abitanti. “Purtroppo non vedo perché noi dovremmo essere esentati” ha detto lo scienziato in un’intervista alla radio.

Pregliasco, rischio lockdown prima di Natale

E ancora: “Posso temerlo e bisogna immaginarlo e pianificarlo, prendere interventi minori e avere soprattutto capacità di ridurre tutto ciò che è un contatto inutile, che in questo periodo va davvero posposto a periodi migliori”, aggiunge. Tutto dipenderà naturalmente dall’evoluzione dei dati in possesso delle autorità sanitarie. La ormai famosa “seconda ondata” è stata più volte annunciata ed ora, dopo lo stop estivo, è considerata ormai alle porte.

Lockdown regionali in caso di aumento dei contagi

Tra quello che il ricercatore di igiene dell’Università di Milano prevede ci sono i lockdown regionali, annunciati e realizzati a blocchi. La tempistica, sempre secondo Pregliasco, è di due, massimo tre settimane ed ogni dichiarazione, sua come di altri medici e scienziati, ci appare sempre di più un test psicologico rivolto alla popolazione, quasi come per attendere la reazione delle masse ai vari annunci. “La decisione non deve essere vissuta come preoccupazione da parte dei cittadini, ma come necessità, opportunità e responsabilità per sé e per la comunità di cui si fa parte”.

Pandemia e servizi

I dati a cui fare riferimento non riguardano solo il numero dei contagiati, che si rileva con le indagini fatte con i tamponi e con i test, ma soprattutto la disponibilità dei servizi che ruotano intorno alla pandemia, in poche parole con la capacità di risposta delle Istituzioni. Si tratterà di considerare l’accessibilità ai presidi ospedalieri, il numero di posti letto effettivamente disponibili nei reparti di terapia intensiva e poi anche la risposta delle comunità interessate alle chiusure settoriali in termini di tenuta economica. Un altro dato fondamentale sarà quello della tempestività degli annunci e della successiva condizione di blocco. Si dovrò evitare al massimo l’effetto rimbalzo che seguì la conferenza stampa del premier Conte trasmessa a reti unificate. L’annuncio fece trasferire un fiume umano verso le residenze originarie, verso il meridione e le isole facendo diffondere in maniera incontrollata centinaia di migliaia di potenziali portatori di infezione che hanno fatto rientro a casa. Esattamente il contrario di quanto pensa il Commissario Arcuri.

Troppi assembramenti a Milano

Sempre secondo Pregliasco a Milano ci sono ancora troppi assembramenti. “Occorre recuperare il distanziamento, a mio parere potenziando lo smart working e dilazionando i tempi di ingresso a scuola e sul lavoro. Penso che anche la didattica a distanza per i ragazzi più grandi, dai 16 anni, potrebbe essere utile. Almeno in queste settimane. Se agiamo bene adesso che la diffusione non è ancora così elevata, infatti, saremo in grado di controllare la situazione” dice il virologo che è anche direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano.