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Commercianti di Palermo protestano e si ribellano al pizzo: 20 arresti

un tentativo di estorsione ripreso dai Carabinieri

La protesta dei commercianti di Palermo ha consentito ai Carabinieri di arrestare 20 malviventi che tenevano in pungo il quartiere di Borgo Vecchio.

Non solo intercettazioni, riprese video e pedinamenti ma c’è voluto il coraggio dei commercianti di un quartiere di Palermo che si sono affidati ai Carabinieri ed hanno denunciato il sistema che sottraeva loro denaro da tempo grazie all’azione delinquenziale di un gruppo di malviventi.

La protesta dei commercianti di Palermo

Le manette dei Carabinieri sono scattate ai polsi di una ventina di persone, capimafia, gregari e semplici esattori che assillavano con continue richieste illecite di denaro i commercianti di Borgo Vecchio, un quartiere di Palermo. Il Procuratore Francesco Lo Voi ha guidato le indagini attraverso la Direzione Distrettuale Antimafia ed utilizzato le dichiarazioni spontanee dei commercianti che da sole hanno contribuito a far arrestare almeno tredici delle venti persone raggiunte dai provvedimenti cautelari. L’indagine è la naturale prosecuzione di quella iniziata tempo fa sul mandamento di Porta Nuova e collegata alla famiglia di Borgo Vecchio.

Smantellata la struttura di Angelo Monti

Tra i fermati anche il boss Angelo Monti, ritenuto reggente della famiglia di Borgo Vecchio. “Ti vuole conoscere una persona che comanda qui a Borgo Vecchio, un pezzo da novanta, non un pezzo da quaranta, proprio un pezzo da novanta. Ti dico solo il nome: Angelo. Il cognome non te lo dico, non é giusto”. Non sapevano di essere intercettati i due mafiosi che parlavano, finiti quindi in carcere. Monti era finito in carcere gia nel 2007 perchè ritenuto al vertice della famiglia ed era stato quindi raggiunto da un provvedimento di sorveglianza speciale dal 2017. Tra i “colonnelli” ci sono Girolamo Monti e Giuseppe Gambino.

Le estorsioni andavano avanti da anni, ma grazie alla protesta dei commerciantio ne sono state scoperte venti che dimostrano come il sistema mafioso si finanziasse anche attraverso il racket oltre che attraverso lo spaccio di sostanze stupefacenti e le infiltrazioni dei sistemi economici del territorio.