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Coronavirus, Crisanti: "Curva contagi crescerà ancora"

Crisanti

C'è preoccupazione da parte del professor Crisanti sui numeri del coronavirus: "Diminuire contatti interpersonali o ci fermiamo tutti per 3 settimane"

Un numero così alto di contagi non si era mai registrato, nemmeno a marzo. E anche se i tamponi continuano ad aumentare, il mondo scientifico è in allerta: bisogna intervenire, e in fretta.

Coronavirus, Crisanti: “Problemi con contact tracing”

“Così come siamo il sistema è saturo. Le previsioni non si fanno però sui numeri dei nuovi contagi, bensì sul rapporto tra nuovi positivi identificati e persone in isolamento domiciliare”. È ciò che dichiara il professor Andrea Crisanti, microbiologo di fama internazionale, a La Stampa. Una riflessione sui numeri è d’obbligo per il professore. “Per ogni nuovo contagiato è necessario identificare in media tra le 15 e le 20 persone con le quali è venuto a stretto contatto. Con oltre settemila nuovi casi di positività dovremmo rintracciare e mettere in isolamento domiciliare 140 mila persone. Invece leggo che nelle ultime 24 ore ne sono finite in quarantena appena 1.300. Vuol dire che il 95% di quelle persone potenzialmente infette circola liberamente per il Paese. È la Caporetto della prima linea difensiva, il contact tracing”. Per Crisanti la situazione è grave: “non lo fermiamo più [il virus, ndr] né con il contact tracing e nemmeno con quello che chiamiamo network testing, ovvero il metodo che abbiamo utilizzato a Vo’ Euganeo o al Senato, testando un’intera comunità a rischio di contagio”.

Coronavirus, Crisanti: “Diminuire contatti interpersonali”

Per il microbiologo Crisanti la situazione è una sola, e deve essere adottata immediatamente.

“Con questi numeri bisogna diminuire i contatti personali e passare a chiusure via via più estese, perchè il virus passerà inesorabilmente dai giovani agli anziani facendo salire ricoveri. E purtroppo anche i decessi”. La soluzione, per Crisanti, è “diminuire i contatti interpersonali come già si cerca di fare, per poi passare via via alla chiusura delle attività meno essenziali e, se si rendesse necessario, alle altre. Altrimenti bisognerà girare quello che gli inglesi chiamano l’interruttore di trasmissione: ci fermiamo tutti per due tre settimane”.

Se le misure adottate dal governo saranno efficaci, per Crisanti, lo sapremo solo tra qualche settimana. “Nessuno può dirlo. Vedremo tra due settimane. Non voglio far polemiche, perché in questo momento ho a cuore solo l’interesse del Paese, ma quello che si poteva fare l’ho già proposto tempo fa“. La proposta del microbiologo rimane sempre la stessa: cercare di effettuare 300mila tamponi al giorno. “Con 40 milioni di investimento potremmo acquistare i macchinari capaci di processare più tamponi in meno tempo e con minor uso di reagenti, come abbiamo fatto a Padova. Il costo a regime sarebbe di due milioni al giorno. Con il modo che abbiamo oggi di eseguire i test stiamo spendendo di più”.