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Gimbe: "Misure dpcm insufficienti, servono lockdown mirati"

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La Fondazione Gimbe non ritiene esaustive le norme del nuovo dpcm per contenere il virus, ma anzi invita a valutare lockdown mirati.

“Le misure del nuovo Dpcm sono insufficienti, servono lockdown mirati”. È questa la denuncia che arriva da parte della Fondazione Gimbe in seguito a un’analisi sui crescenti dati del coronavirus in Italia. Chiudere ora dove ce n’è più bisogno per evitare il sovraccarico in futuro, un pensiero sottolineato anche da altri virologi che in queste ore stanno commentando la situazione italiana. La fondazione ha preso in esame i dati delle settimana compresa tra il 7 e il 13 ottobre riscontrando un incremento esponenziale del trend dei nuovi casi (35.204 vs 17.252) e un moderato aumento dei casi testati (505.940 vs 429.984). Il rapporto tra positivi e casi testati cresce quindi dal 4% al 7% cosi come il numero dei pazienti ricoverati con sintomi (5.076 vs 3.625) e dei pazienti che necessitan di terapia intensiva (514 vs 319). In crescita anche il numero delle vittime (216 vs 155).

Gimbe: “Dpcm? Servono lockdown mirati”

Dati assolutamente non trascurabili per Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, che ha così commentato l’attuale stato dell’emergenza: “Nell’ultima settimana si rileva un raddoppio dei nuovi casi, a conferma di un incremento esponenziale che si riflette anche sulla curva di pazienti ospedalizzati con sintomi e in terapia intensiva”. “Inoltre – continua Cartabellotta – con il netto aumento dei casi si rendono molto più evidenti le numerose variabilità regionali, oltre che provinciali”.

I dati della Fondazione Gimbe

L’Italia dunque, pur con una diffusione del contagio ormai riguardante tutte le Regioni, avrebbe delle nette differenze da territorio a territorio. I dati lo confermano. L’incremento italiano dei casi totali nel periodo di riferimento è del 10,7% che scende al 4% nella Provincia Autonoma di Trento e sale 30,9% in Umbria.

L’aumento dei casi ha delle ripercussioni anche sul numero dei ricoveri. Nel periodo in esame ci sono 1.451 (+40%) pazienti negli ospedali in più, mentre nelle terapie intensive si conta un aumento di 195 posti letto occupati (+61,1%). A livello nazionale la percentuale dei pazienti in ospedale sul totale dei casi attualmente positivi è del 6,4% con una forbice che va dal 2,6% del Friuli-Venezia Giulia al 10,2% della Liguria.

Inoltre la Fondazione Gimbe sottolinea come nel perido tra il 7 e il 13 ottobre l’incidenza dei nuovi casi su 100mila abitanti a livello nazionale sia di 58,3, ma abbia delle profonde differenze se analizzata nei singoli territori: in Valle d’Aosta è 141,6, in Liguria è 113,1, nella provincia di Belluno è 181,3, in quella di Genova 144,7, Arezzo 129, Pisa 125,3, Prato 125,3, Napoli 110,3.

Le parole di Cartabellotta

I numeri fin qui esposti portano il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, a dire: “Gli effetti delle misure del nuovo Dpcm, oltre a non poter essere valutati prima di 3 settimane, saranno in parte neutralizzati dall’incremento esponenziale dei contagi e dall’ulteriore sovraccarico dei servizi sanitari dovuto alla stagione influenzale“. Poi un appello alle Regioni affinche si valutino provvedimenti più restrittivi rispetto al Dpcm nelle aree più colpite, “altrimenti, persistendo i trend delle ultime settimane, secondo gli scenari previsti dalla nuova circolare del ministero della Salute, il rischio di restrizioni sempre più ampie, lockdown incluso, è dietro l’angolo”.