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Roma: "Nessun posto in terapia intensiva per suo padre", ma non è vero

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Ospedale Sant'Eugenio di Roma: "Non c'è posto in terapia intensiva per suo padre", poi scopre che nel Lazio sono 115 i posti ancora liberi

Nell’ospedale Sant’Eugenio di Roma comunicano che non c’è posto in terapia intensiva nella Regione per il padre 94enne di un cittadino romano, perché “è tutto pieno“. Salvo, poi, scoprire che attualmente, nella Regione Lazio, sono occupati solo 85 posti di terapia intensiva su 200. È la tragica storia di Vezio Carloni, la cui storia è andata peggiorando di giorno in giorno

Roma, nessuna terapia intensiva per il padre

Il 7 ottobre scorso Vezio Carloni – questo il nome dell’uomo 94enne – è stato ricoverato all’ospedale Sant’Eugenio di Roma a seguito di una caduta. Il giorno dopo il ricovero, il figlio riferisce che l’ospedale lo chiama per chiedere che venga riportato a casa. Il personale risponde che l’anziano signore è in uscita per quell’ora e sarebbero dovuti andare a prenderlo a mezzogiorno. L’8 ottobre Carloni riceve ben due telefonate; l’ultima ha il suono di un verdetto: “Suo padre è stato trovato positivo al coronavirus“.

Tutti isolati in casa e il padre si aggrava

La situazione peggiora poco tempo dopo, quando anche la moglie del paziente ricoverato viene trasportata all’Israelitico alla Magliana dopo un malore: anche lei risulta positiva al coronavirus. Da quel momento scatta il protocollo: tutta la famiglia, inclusi figli e nipoti, viene isolata in casa. Nessuno, però, riceve alcuna telefonata dall’ospedale Sant’Eugenio, che aggiorni i familiari sulle condizioni del 94enne, al momento il più critico. La telefonata arriva il giorno dopo – mercoledì – quando il personale medico comunica un peggioramento delle condizioni di salute dell’uomo.

I posti di terapia intensiva non ci sono

In occasione di quella chiamata, il medico comunica, inoltre, che l’uomo ha bisogno di una ventilazione assistita non invasiva. Tutto il personale medico è, infatti, concorde ad attuare questa misura, escludendo la possibilità di ricoverarlo in degenza ordinaria, perché si tratta di un diabetico. Il medico, per giunta, comunica all’uomo la sua volontà di ricoverarlo in terapia intensiva. Purtroppo – comunica il medico – “Il Sant’Eugenio non è un ospedale Covid. Dovrebbe andare al San Camillo, al Policlinico Umberto I, ma purtroppo il posto non c’è” specifica il medico.

Poi l’uomo scopre che, nella Regione Lazio, finora sono occupati 85 posti di terapia intensiva su 200.