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Coronavirus, i medici: "È arrivato il momento dell'auto lockdown"

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"È il momento dell'auto lockdown contro il coronavirus", questo l'appello estremo dei medici italiani.

La situazione in Italia ora inizia ad essere preoccupante con l’incremento dei casi di coronavirus che solo nelle ultime 24 ore, 16 ottobre, ha fatto registrare più di 10mila nuovi positivi. Da giorni si sente parlare di un possibile nuovo lockdown che però andrebbe a danneggiare notevolmente l’economia italiana, con tutto ciò che ne conseguirebbe. Sulla scia di questo, l’appello alla salvaguardia del contagio arriva dai medici attraverso la Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale, che tramite il suo segretario generale, Silvestro Scotti, ha invitato i cittadini all’auto lockdown. “È giunto il momento che i cittadini considerino la necessità di un auto lockdown per limitare al massimo il rischio di contagio a fronte dei numeri in preoccupante crescita”, ha detto Scotti.

Coronavirus, i medici consigliano l’auto lockdown

Le dichiarazioni vanno naturalmente a sottolineare la necessità di eliminare tutte le attività non necessarie quindi non il lavoro, ma solo quelle sacrificabili in un momento di forte stress del sistema sanitario nazionale. “Anche in assenza di indicazioni in tal senso da parte delle istituzioni – ha sottolineato l’esponente di spicco della Fimmg – i cittadini dovrebbero comprendere la gravità della situazione e considerare l’opportunità in questo momento di un auto lockdown”.

Ecco dunque che per Scotti sarebbe necessario limitare al massimo gli spostamenti ed i contatti prevedendo, ad esempio, di fare la spesa una sola volta alla settimana e delegando sempre lo stesso componente della famiglia a svolgere questo compito se possibile. Tale membro sarà poi attenzionato e monitorato in modo particolare per cogliere subito l’insorgenza di eventuali sintomatologie legate a Covid-19″. Un lockdown senza decreti governativi e autocertificazioni, ma basato dunque su un concetto di responsabilità e senso civico. “Bisognerebbe uscire solo se ve ne è stretta necessità e va evitata la socialità con amici e parenti nelle abitazioni. In questo momento – conclude – va cioè preservata la produttività e l’attività lavorativa, sacrificando tutte le altre attività sacrificabili e non necessarie”.