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Coronavirus, Galli: “Ciò che non è essenziale dovrà essere evitato”

Coronavirus Galli non essenziale

“Tutto ciò che non è necessario dovrà essere necessariamente evitato”. A dichiararlo il primario di Malattie Infettive Massimo Galli.

“Niente più calcetto e aperitivi? Tutto quello che non è essenziale ed è potenzialmente pericoloso come occasione di diffusione del virus dovrà necessariamente essere evitato, per la sicurezza di tutti”. A dichiararlo che il primario di Malattie Infettive Massimo Galli che in un’esclusiva al Corriere della Sera, parla dello scenario che si sta verificando in questi giorni di forte aumento dei contagi per Coronavirus. Il primario parla inoltre del grande sconforto che sta vivendo il personale dell’ospedale in questo periodo. Un vissuto che come rivela Galli impatta in molto profondo anche psicologicamente.

Ha poi speso parole molto dure sull’attuale inasprimento delle regole causate secondo Galli da una noncuranza della trasmissione del virus. Un aumento dei contagi causato da un movimento sempre maggiore delle persone. Infine un invito ad accettare seppur in modo temporaneo a sacrificare qualcosa della propria vita, altrimenti un nuovo contagio potrebbe portare a nuove limitazioni.

Galli, “Ciò che non è essenziale va evitato”

Era chiaro che la situazione sarebbe andata presto a peggiorare. Ora o si trova la maniera di arrestare il processo o siamo nei guai”. Un allarme quello dell’Infettivologo Massimo Galli che nella recente intervista al Corriere della Sera, ha illustrato gli scenari e le possibili conseguenze di questa seconda nuova ondata. Un aumento della curva dei nuovi contagi dovuta soprattutto a dei comportamenti scorretti e irresponsabili durante l’estate. “Non ci troveremmo di fronte all’attuale necessità di inasprimento delle regole se questa estate si fosse prestata più attenzione ad evitare la trasmissione di un virus che non si era mai sognato né di sparire, né di perdere capacità infettante e di patogenicità”.

Il primario ha puntualizzato che tuttavia i contagi tra i giovani si verificano in misura maggiore fuori dagli ambienti scolastici. “Il conseguente movimento di persone può aver contribuito all’aumento dei casi. È spiacevole dirlo. Anche se l’infezione tra i giovani si diffonde più fuori che dentro la scuola”.
Infine ha parlato della situazione che si sta trovando a vivere buona parte del personale ospedaliero: “In ospedale lo sconforto, nel personale, è tangibile. Il reparto, almeno da noi, somiglia già molto a quello dello scorso marzo. Qualcuno, alla sola idea di rivivere quella esperienza, non ha trattenuto le lacrime”.