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Coronavirus, in Lombardia le terapie intensive raggiungono quota cento

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In Lombardia le terapie intensive occupate hanno raggiunto quota 96. Un numero che secondo il virologo Pregliasco deve preoccupare in prospettiva.

Con l’ultimo bollettino diramato dalla Regione sono attualmente salite a 96 le terapie intensive occupate in Lombardia. Un numero che secondo il virologo e direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano Fabrizio Pregliasco deve destare preoccupazione su una prospettiva di lungo periodo. La Lombardia è attualmente una delle regioni più colpite dalla cosiddetta seconda indata di coronavirus, con 2.664 casi registrati nelle ultime 24 ore.

Lombardia, 96 terapie intensive occupate

Soltanto nel corso dell’ultima giornata c’è stato un aumento di 25 unità all’interno dei reparti di terapia intensiva in Lombardia, un dato che genera allarme all’interno del sistema sanitario regionale alla luce del recente aumento record dei contagi come non si vedeva dai mesi di marzo e aprile.

Intervistato da Fanpage.it, il virologo Fabrizio Pregliasco spiega come il dato delle terapie intensive in Lombardia sia da leggere in previsione di un eventuale peggioramento della situazione epidemiologica: È un numero che preoccupa in prospettiva. […] In questo momento il dato non preoccupa, non bisogna seminare il panico che rischia solo di peggiorare la richiesta di servizi sanitari, anche per condizioni non pesanti. Però dobbiamo mettere in guardia da possibili guai nel prossimo futuro.

Con l’ultimo aumento dei contagi sono ora attivi tutti i reparti di rianimazione dei 17 Covid center sparsi per il territorio della regione, a cui si è recentemente aggiunto come 18esimo hub anche l’Humanitas di Rozzano. 

La stretta di Fontana

Nel frattempo il presidente della Lombardia Fontana ha varato nuove restrizioni al fine di far fronte all’aumento dei contagi nella regione, tra le quali spiccano l’obbligo di consumazione al tavolo a partire dalle ore 18 e la chiusura dei ristoranti dalla mezzanotte.

Nel presentare le nuove norme, Fontana ha tuttavia dichiarato: “Sono meno preoccupato rispetto a marzo, i lombardi sono attenti a rispettare le misure. […] Bisogna far coincidere la lotta al virus con la tutela del lavoro: bisogna trovare la soluzione per tenere insieme questi due aspetti”.