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Covid-19, Locatelli: "Vaccinazioni inizieranno la prossima primavera"

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"Si sta facendo un grande sforzo internazionale sulle vaccinazioni contro il Covid-19", ha spiegato Franco Locatelli.

Per l’inizio delle vaccinazioni contro il Covid-19 bisognerà attendere almeno la prossima primavera. Il mondo, dunque, dovrà convivere con il virus ancora per diversi mesi. Se, infatti, il vaccino potrebbe essere registrato a novembre, d’altra parte esso non sarà subito disponibile alla popolazione. A confermarlo Franco Locatelli.

Locatelli annuncia data di inizio delle vaccinazioni

Il presidente del Consiglio superiore di sanità, nonché componente del Cts, Franco Locatelli, nel corsod di un’intervista rilasciata a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, ha parlato delle vaccinazioni contro il Covid-19.

“Si sta facendo un grande sforzo internazionale sui vaccini. Realisticamente credo che potremmo far partire le vaccinazioni per le persone fragili, le forze dell’ordine, gli operatori sanitari nei primi mesi della prossima primavera”, questo il parere dell’esperto.

I Paesi, dunque, almeno per ora dovranno continuare ad affidarsi al tracciamento. Soltanto individuando i casi di positività al Coronavirus tramite l’utilizzo dei tamponi è possibile contrastare la diffusione dei contagi.

Il lavoro di Arcuri sui tamponi – commenta Locatelli è formidabile. Negli ultimi giorni di tamponi molecolari siamo arrivati a oltre 150 mila. E l’Italia è uno dei Paesi che fa più tamponi al mondo. In questo momento c’è anche la disponibilità dei test rapidi antigenici. Però più che di numeri parlerei di strategie perché diventerebbe una corsa che andrebbe ad autosostenersi e sposterebbe l’asticella sempre più in alto. Dire ‘facciamo più tamponi’ è facile mentre più complesso e articolato il discorso sull’elaborazione di una strategia in termini di sistema Paese per dar corso alla realizzazione di questi tamponi. Dobbiamo rendere più efficienti i percorsi e soprattutto diamo un ruolo importante ai medici di medicina generale. 

La situazione attuale è ben diversa rispetto a quella di marzo dove il carico di patologia che gravava era significativamente maggiore rispetto ad oggi. Basta andare a vedere il numero delle terapie intensive e delle persone che hanno perso la vita. Certamente – conclude – c’è stata un’accelerazione importante del numero dei contagiati ma ci sono significative differenze“.