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Lombardia, Burioni ironizza: "Veicolo di contagio sono i metronotte"

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Burioni ironizza sulla scelta del coprifuoco in Lombardia e scrive: "Provato scientificamente che il maggior veicolo di contagio sono i metronotte".

Mentre Roberto Burioni esprime la sua preoccupazione per il rialzo della curva epidemica in Italia, la Regione Lombardia riceve l’ok dal Governo per imporre un coprifuoco dalle 23 alle 5. In questo modo, si vuole frenare il costante incremento dei contagi e la rapida diffusione del Covid-19. In particolare nelle grandi città, come Milano, l’obiettivo è quello di porre un freno alla movida locale e ai molti assembramenti che questa comporta tra le vie del centro. Ma sul coprifuoco in Lombardia Burioni sembra non essere d’accordo e sui social ironizza.

Coprifuoco in Lombardia: le parole di Burioni

Secondo Roberto Burioni il coprifuoco voluto in Lombardia è troppo poco: per lui, quindi, non è una misura sufficiente a frenare i contagi nella Regione. Il virologo ha voluto sottolineare il suo punto di vista attravero un post ironico pubblicato sul suo profilo Twitter. “Di fronte a numeri drammatici, in Lombardia proposta di coprifuoco dalle 23 alle 5. Perché è provato scientificamente che il maggior veicolo di contagio sono i metronotte, ha scritto Burioni.

Andrea Crisanti, invece, ritiene che il coprifuoco in Lombardia sia un giusto tentativo da mettere in atto prima di un ipotetico lockdown. Intervenuto ad Agorà, in onda su Rai3, ha dichiarato: “Tutte le misure restrittive avranno un effetto sulla trasmissione del virus”. La scelta portata avanti dal governatore Fontana “è un passo che va sicuramente tentato prima di arrivare a una chiusura generalizzata, per evitare un nuovo lockdown.

Alberto Zangrillo non è del tutto in sintonia con la decisione della Lombardia. Intervistato dal Corriere della Sera, il famoso medico del San Raffaele ha sottolineato l’esigenza di imparare a convivere con il virus, che nelle ultime settimane è tornato a mordere. Ma sul coprifuoco ha commentato: “Il mio senso civico mi obbliga a obbedire, ma certe terminologie evocano scenari che non vorrei lasciare in eredità ai miei figli”.