Il virologo Andrea Crisanti ha approvato la scelta della Lombardia di istituire un coprifuoco dalle 23 alle 5 per bloccare la movida ed evitare di fermare anche lezioni e lavoro: ha poi manifestato la necessità di evitare di frequentare luoghi affollati e di limitare i contatti sociali superflui come indicato dagli ultimi due decreti del governo.
Crisanti: “Limitare contatti sociali”
Intervistato dalla Stampa, il microbiologo dell’Università di Padova ha altresì ammesso che nessuno sa se queste misure serviranno a far rallentare i contagi e a portare ad un abbassamento della curva: “Lo spero fortemente, ma la verità è che non lo sa nessuno“. Tutto dipende, come sottolineato a più riprese, dal comportamento dei cittadini.
Crisanti ha poi mosso una critica al Comitato tecnico-scientifico accusandolo di non essersi mai posto il problema di come tenere bassi i contagi e di essersi illuso che l’epidemia finisse a giugno. Uno dei problemi più grandi, aveva già sottolineato il giorno precedente, non è tanto (o solo) quello di far diminuire i casi ma quello di riuscire a mantenerli bassi. Se a novembre il contagio calasse, ha spiegato, ci vorrebbe un piano nazionale di sorveglianza e di prevenzione per stabilizzare la situazione e non vivere in altalena i successivi otto mesi.
Sempre in merito al Cts, ha affermato che “ora centellina ogni settimana nuove misure mettendo in difficoltà lo stesso governo“. La burocrazia dei tecnici ha inoltre a suo dire privato il sistema sanitario degli strumenti adatti a controllare il contagio come i test. Stando così le cose, ha concluso, se i casi aumenteranno drammaticamente bisognerà ripensare i provvedimenti. Ciò che lui propone, prima di un lockdown generalizzato, è una pausa di alcune categorie oppure la chiusura di locali, scuole e movimenti tra regioni.