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Covid, Vaia: "Usare mezzi militari per portare ragazzi a scuola"

Spallanzani

Il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, ha consigliato di utilizzare i mezzi militari per accompagnare i ragazzi a scuola.

Usare i mezzi militari e i bus turistici per accompagnare gli studenti a scuola. Si tratta di una proposta di Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma, come soluzione alla questione trasporti. Il direttore ha rilasciato un’intervista al Corriere, spiegando che il trasporto pubblico è il punto più critico di questa pandemia. 

La proposta di Vaia

Non esistono percentuali giuste di capienza, ma in attesa di una soluzione strutturale, si dovrebbe pensare, specie in funzione degli ingressi degli studenti nelle scuole, a un’integrazione con privati, come ad esempio con i bus turistici, vista anche la crisi che attraversa il settore, e i mezzi militari” ha spiegato Vaia. Questa, secondo lui, è la criticità più grande, ma ce ne sono altre molto significative. Il direttore ha spiegato che i contagi sono in aumento e gli ospedali rischiano di essere intasati e di non riuscire a fornire altra assistenza. Anche i drive-in sono presi d’assalto e proprio per questo ha fatto un appello ai cittadini, dicendo loro di lasciare da parte il panico e la psicosi e di pensare solo alle responsabilità. Vaia ha parlato della corsa ai tamponi da parte dei cittadini del Lazio, con file chilometriche nei drive-in. “È importante capire che il test molecolare va orientato dalla clinica: va cioè analizzata la situazione dai medici per capire chi ne ha bisogno e chi no; va individuato quando c’è stato il contatto a rischio e vanno aspettati 4-5 giorni altrimenti si rischia di risultare falsi negativi perché si è in fase presintomatica” ha spiegato il idrigente. 

La stessa cosa va fatta con i più piccoli. Il bambino deve essere visitato dal pediatra e deve essere lui a decidere se è il caso di effettuare il tampone oppure no. Vaia ha spiegato che i primi dati sui vaccini saranno disponibili tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre e ha sottolineato che ci sono delle terapie efficaci contro il virus. “Abbiamo bisogno di porre una grandissima attenzione alla medicina del territorio. Bisogna rimettere al centro la domiciliarità. E in questo, medici e pediatri di famiglia possono davvero essere la svolta” ha spiegato il direttore, in vista dell’inverno e delle influenze stagionali. Ci sono già diversi progetti avviati, come “10 per 10” nel quartiere Monteverde organizzato dalla Asl Roma 3. “Ogni medico si farà carico di dieci assistiti Covid e con uno specifico device andrà a casa dei pazienti per misurare parametri vitali, fare un’ecografia polmonare e somministrare le terapie sperimentali dello Spallanzani” ha spiegato il direttore.