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Coronavirus, Lopalco: "Tracciamento difficile e pochi anestesisti"

Lopalco coronavirus

La situazione del coronavirus in Puglia commentata dall'assessore Lopalco: "Mancano anestesisti. Il tracciamento dei positivi rischia di saltare"

Non è più come a marzo: se durante le prima ondata il Sud Italia non ha registrato i numeri preoccupanti che aveva il Nord, ora la situazione è cambiata e le Regioni del Sud si trovano a fare i conti con una seconda ondata che ha colpito l’intero Paese.

Coronavirus, Lopalco: “Tracciamento positivi rischia di saltare”

Siamo in piena pandemia. È una dinamica naturale dell’infezione. Quello che ci sta preoccupando è la velocità con cui aumentano i casi in alcune province della regione Puglia”. A parlare è Pierluigi Lopalco, neo assessore alla Sanità della Puglia, durante la trasmissione The master class. “Quello che è importante in questo momento è rallentare la trasmissione del virus: se il numero dei positivi continuerà ad aumentare, tra maggiori ricoveri e numero in crescita di persone in terapia intensiva, si rischia di mandare in tilt gli ospedali e tutto il sistema sanitario”. Per il coordinatore della task force pugliese per l’emergenza Covid è fondamentale limitare la circolazione del virus, attraverso il tracciamento. “Se i numeri aumentano velocemente, il tracciamento dei contatti dei positivi rischia di saltare. Il numero delle persone specializzate a ricostruire tutte le catene del contagio, infatti, non riuscirebbe a svolgere tutte le indagini epidemiologiche e il blocco sarebbe inevitabile”. Per Lopalco, ogni giorno vengono svolte più di 100 indagini epidemiologiche solo nella zona di Bari.

Coronavirus, Lopalco: “Mancano anestesisti”

“Non credo che il numero dei casi positivi aumenti perché aumentano i tamponi -è la riflessione di Lopalco-. È esattamente il contrario: i tamponi aumentano perché aumentano i positivi. Ovvero: ogni volta che c’è un focolaio, questo genera centinaia di tamponi, per via del contact tracing”. A preoccupare gli esperti è l’aumento delle ospedalizzazioni: mancano infatti figure fondamentali come gli anestesisti. “Abbiamo potuto aprire tutte le terapie intensive possibili ma c’è un limite oggettivo dato dal numero risicato di anestesisti a disposizione”.