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Lombardia, fallimento dei medici a domicilio: attive 46 squadre su 200

Lombardia fallimento dei medici a domicilio

In Lombardia si registra il fallimento del progetto dei medici a domicilio. Sono infatti soltanto 46 su 200 le squadre attive in tutta la Regione.

In Lombardia i numeri del contagio tornano a salire e emergono anche quelle che potrebbero essere state le criticità ancora non raddrizzate malgrado i diversi mesi tra la prima ondata, quella di marzo, e quella in corso. Nello specifico il progetto dei medici a domicilio, le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) che avrebbero dovuto rappresentare un avamposto di contenimento nei vari territori per evitare il sovraccarico negli ospedali, si è rivelato un fallimento. Numeri alla mano, solo 46 unità sulle 200 previste risultano al momento attive nel territorio lombardo.

Lombardia, il fallimento dei medici a domicilio

Le squadre nel progetto iniziale dovevano essere composte da medici giovani in grado di curare i casi meno gravi nei singoli territori, ma al momento questa idea sembra quanto mai irrealizzabile. Milano e Lodi, due delle provincie più colpite in questa secondo ondata, ne contano circa 10, Bergamo 6, Brescia 4 con soli 9 medici in servizio. In Valpadana, con una popolazione di quasi 800mila abitanti, sono soltanto 7 a fronte delle 15 che erano state previste. Numeri leggermente più alti a Pavia, dove le unità mediche a domicilio sono 5.

Numeri bassi anche nella Ats Brianza (Lecco, Monza, Vimercate), dove ce ne sono soltanto 3, mentre sono 4 quelle di Ats Montagna per le aree di Sondrio e Bormio, per la Valtellina, Edolo, e la Valcamonica. Nelle province di Varese e Como sono 7. 

Stando a quanto trapelato da fonti interne alla Regione Lombardia, i numeri inferiori alle previsioni sarebbero da ricondurre alla mancanza di medici da coinvolgere nel progetto Usca in base agli obiettivi prefissati dal bando.