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Terapie intensive: il 15% dei posti è occupato dai pazienti covid

Terapie intensive pazienti covid

Le terapie intensive sono il dato da monitorare con grande attenzione in questa fase: attualmente il 15% dei posti è occupato dai pazienti covid.

Con il continuo aumento dei casi di coronavirus in Italia, oggi 23 ottobre 19.143 nuovi contagi, è d’obbligo tenere sotto osservazione anche i numeri delle terapie intensive che al momento risultato occupate al 15% della loro portata totale da pazienti covid (in totale 1.049). I posti totali in rianimazione in Italia sono 6.628 i quali potrebbero essere incrementati di ulterori 1.660 unità grazie ai ventilatori già distribuiti nei mesi scorsi alle varie regioni. In caso di aumento dei posti, che potrebbe dunque arrivare a 8.288, l’attuale percentuale di pazienti covid ricoverati in terapia intensiva scenderebbe all’11% del totale. I dati fin qui riportati sono indicati nel report settimanale del Commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri.

Terapie intensive pazienti covid

Analizzando la questione dei posti in terapia intensiva non a livello nazionale, ma locale, si apprende che la percentuale più alta di pazienti covid in terapia intensiva (calcolata rispetto ai posti a disposizione) è in Umbria dove il tasso di occupazione è del 27,85%. A seguire si trovano la Campania 21,71% e la Sardegna 20,69%. In Lombardia, anche in questa seconda ondata il territorio più colpito in Italia, il tasso scende al 15,69%. Il dato più basso in provincia di Trento, dove solo 1,96% dei posti in terapia intensiva è occupato dai pazienti covid.

L’appello degli anestesisti

“I numeri non mentono mai”, recita il vecchio detto popolare, e quelli precedentemente riportati segnano un quadro nella giornata odierna di una situazione ancora sotto controllo, anche in virtù degli interventi in tal senso fatti negli scorsi mesi. Non si può però non considerare il trend con cui questi dati sono cresciuti in pochissimo tempo. In tal senso arriva l’appello di Alessandro Vergallo, presidente dell‘Associazione Anestesisti rianimatori ospedalieri italiani, che invita a non sottovalutare il periodo.

Temiamo – ha detto Vergallo all’Ansa – un raddoppio dei ricoveri in Terapia intensiva entro 15 giorni, se la curva dei contagi manterrà l’attuale andamento e nell’attesa di vedere gli effetti delle misure dell’ultimo Dpcm: quello sarà il punto di rottura ed il momento in cui entreremo in crisi perchè la dotazione organica disponibile di Anestesisti-rianimatori non sarà sufficiente a fare fronte all’emergenza”.

“Siamo arrivati a circa 1000 ricoverati nelle terapie intensive – ha precisato il presidente dell’Associazione Anestesisti rianimatori  – Per ora riusciamo ancora a coprire e garantire la turnazione h24 ma questo non sarà più possibile nel giro di due settimane. Inoltre va segnalato che gli anestesisti-rianimatori sono anche sovraccaricati dalla richiesta di prendere in carico anche i pazienti Covid di media gravità ricoverati negli altri reparti”.

Più che un problema di posti letto in questo momento si ravvede dunque l’urgenza di trovare medici anesteisti in grado di far fronte alla gravità della situazione: “Mancano all’appello almeno 4000 anestesisti su 18mila disponibili in Italia – conclude Vergallo – Non  è sufficiente il contingente di 1000 specializzandi impiegati nei reparti”.