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Ricciardi commenta il nuovo Dpcm: "Servono lockdown locali"

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Dpcm, per Ricciardi le misure non sono abbastanza. "Servono lockdown locali per rallentare la circolazione del virus"

Mentre il nuovo Dpcm firmato da Giuseppe Conte entra in vigore, c’è già chi l’ha bocciato. Dal mondo scientifico arrivano vari pareri sulle misure adottate dal governo per fermare il virus, ma uno in particolare è sulla bocca di molti: il nuovo Dpcm non è abbastanza per contrastare la pandemia.

Walter Ricciardi boccia il Dpcm

Il virus dilaga incontrollato in alcune aree del Paese. Servono lockdown locali, le misure adottate non sono sufficienti”. Così Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza per l’emergenza Covid-19, ha bocciato le misure del governo contenute nel nuovo Dpcm. “L’insieme delle misure sono un passo avanti – ha commentato, intervenendo nel programma Omnibus su La7 – ma non sono sufficienti per affrontare la circolazione del virus in questo momento. Le misure vanno prese in maniere proporzionata alla circolazione del virus e in alcune aree del nostro Paese in questo momento il virus dilaga incontrollato”.

Dpcm, Ricciardi: “Servono lockdown locali”

“In alcune zone l’indice di contagio è 2,5, significa che la trasmissione del virus è esponenziale e c’è bisogno di misure più aggressive -ha continuato Ricciardi -. Non lo dico io, lo dice uno studio pubblicato da colleghi dell’università di Edimburgo su ‘Lancet’ dopo l’analisi delle esperienze di 131 Paesi in questi 7 mesi. Lo studio dice che quando la circolazione del virus ha le dimensioni che ha, per esempio, in questo momento in Italia, Francia e Spagna, l’unica cosa che serve per rallentare questo indice di contagio è un lockdown. Naturalmente, non si deve fare generalizzato, ma nelle zone dove questo indice di contagio è alto“. Poi Ricciardi conclude ricordando il significato dell’indice Rt, che ora si trova pericolosamente a 2,5 in alcune zone del Paese. “Lo ricordo, quando l’indice Rt è pari a 2,5 significa che ogni persona mediamente ne contagia altre due e mezzo. Andando avanti così si ha un raddoppio dei casi ogni 2-3 giorni, cosa insostenibile già ora per i servizi sanitari in quelle aree del Paese, figuriamoci tra una settimana o 10 giorni”.