> > Dpcm: cosa rischia chi non chiude l'attività violando le regole

Dpcm: cosa rischia chi non chiude l'attività violando le regole

Dpcm

Le conseguenze per tutti gli esercenti che non chiudono la loro attività, violando le regole del Dpcm.

Molti esercenti in tutta Italia, dopo la firma di Giuseppe Conte per il Nuovo Dpcm, hanno iniziato a protestare contro le nuove restrizioni e le chiusure di ristoranti, bar, palestre, piscine e altre attività. Una protesta che in molti casi si è trasformata in “disobbedienza civile“. Molti di loro hanno deciso di lasciare i locali aperti nonostante il divieto, in segno di protesta.

Chi non rispetta il Dpcm

Cosa rischia chi non chiude l’attività violando le regole? Come conseguenza non c’è solo la sanzione, ma anche il rischio di pene molto più severe, compreso il carcere. Per questo gli esercenti devono prestare molta attenzione quando protestano, perché la violazione delle norme può portare a conseguenze molto dure. Il nuovo Dpcm, del 24 Ottobre 2020, prevede la chiusura di bar e ristoranti alle 18, con possibilità di asporto fino alle 24. Le altre chiusure riguardano le palestre, le piscine e gli impianti sciistici, ma anche i teatri, i cinema, le sale giochi e le sale scommesse. Sono vietate anche le sagre e le fiere, così come le feste che seguono le cerimonie. A questi divieti si aggiungono anche diverse raccomandazioni, come quella di non uscire se non per necessità e di non invitare persone non conviventi in casa propria.

Queste disposizioni prevedono una sanzione per chi non le rispetta, che va da un minimo di 400 ad un massimo di 3mila euro. La multa si riduce a 280 euro se viene pagata entro 5 giorni. Alla sanzione si aggiunge l’obbligo di chiusura dei locali, dai 5 ai 30 giorni, con una sanzione del prefetto. Se la cosa dovesse succedere più volte la sanzione viene raddoppiata e l’obbligo di chiusura raggiunge la misura massima, ovvero 30 giorni. Inoltre, secondo il codice penale chi non osserva un provvedimento rischia l’arresto fino a tre mesi o un’ammenda fino a 206 euro. Il rischio può diventare anche maggiore, visto che si può commettere il reato di inosservanza delle norme per impedire la diffusione di una malattia infettiva, che prevede l’arresto da 3 a 18 mesi, con un’ammenda dai 500 ai 5mila euro.