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Dpcm anti-Covid, la fisica Paolotti: "Presto 50mila contagi"

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Sotto accusa il ritardo delle misure di restrizione contenute nell'ultimo Dpcm anti Covid.

“Niente di sorprendente” dice Daniela Paolotti della Fondazione Isi, parlando a Open della risalita dei contagi da Covid-19. La fisica, dall’inizio della pandemia, sta monitorando l’evoluzione dal punto di vista matematico. “Il numero di nuovi casi del 28 ottobre è in linea con il tempo di raddoppio di una settimana che si evince dall’andamento della curva esponenziale”. Sotto accusa anche il ritardo delle misure di restrizione contenute nell’ultimo Dpcm anti Covid. “Con abbastanza certezze possiamo dire che il Dpcm del 13 ottobre non ha sortito alcun effetto. Purtroppo per vedere gli esiti dell’ultimo Dpcm del 24 ottobre dobbiamo aspettare circa due settimane“.

Dpcm anti-Covid

Con abbastanza certezze possiamo dire che il Dpcm del 13 ottobre non ha sortito alcun effetto. Purtroppo per vedere gli esiti dell’ultimo Dpcm del 24 ottobre dobbiamo aspettare circa due settimane – spiega Paolotti -. Tra una settimana, verosimilmente, ci saranno 50 mila contagi giornalieri e raggiungeremo i livelli di diffusione del virus che ha oggi la Francia. Tra quattordici giorni arriveremo a 100mila nuovi contagi e nulla ci dice che, nel frattempo, la curva esponenziale non acceleri ulteriormente”.

La fisica poi parla del numero dei tamponi, che secondo lei non basta spiegare la crescita dei nuovi casi: “Guardando i livelli delle curve dei contagi e dei tamponi che stanno leggermente flettendo, penso che ciò sia dovuto alla capacità di monitoraggio del sistema sanitario che non ha retto. Mentre le curve dei ricoveri e delle terapie intensive stanno seguendo la traiettoria esponenziale, e da questo posso dedurre che le strutture ospedaliere sono prossime al punto di saturazione“.

E ancora: “Speriamo che le misure del 24 ottobre diano i risultati sperati, ma comunque li vedremo in ritardo e il contagio in Italia avrà raggiunto le stesse cifre degli altri Paesi europei più colpiti. Ricordiamoci che terapie intensive e decessi sono la fotografia del sistema di almeno dieci giorni prima. L’inerzia del sistema che arriva dal passato comporterà un inevitabile aumento dei morti e delle terapie intensive per almeno altre due settimane”.

Nuovo lockdown?

Infine la sua opinione se sia necessario o meno optare per un nuovo lockdown: “Questa è una decisione in capo alla politica. Quello che so è che il comitato tecnico scientifico ha una serie di scenari che prevedono via via misure più restrittive. Adesso il Cts propone lo scenario di tipo tre, per intenderci quello subito prima dello scenario più grave in cui è necessario il lockdown. Detto ciò, credo che siamo in ritardo sull’adozione delle misure: bisognava prenderle prima, in maniera più aggressiva. Ma è stato detto tanto volte e adesso, ormai, è già troppo tardi”.