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Terni, focolaio in carcere: 55 detenuti positivi al coronavirus

Covid

Il carcere di Terni si trasforma in un focolaio con 55 detenuti positivi. Antigone sostiene scarcerazioni più rapide e anticipate.

Fonti penitenziarie hanno notificato che ben cinquantacinque detenuti rinchiusi presso il carcere di Terni hanno contratto il COVID-19.

Il focolaio nel carcere di Terni

Il carcere di Terni ospita un totale di 514 detenuti: tra questi, in 55 sono risultati positivi al coronavirus. In due casi è stato indispensabile ricorrere al ricovero mentre gli altri contagiati risultano asintomatici. Tutti i reclusi positivi al virus erano collocati nella medesima sezione di alta sicurezza del penitenziario.

Al momento, è in atto la procedura di screening che sta coinvolgendo chiunque si trovi o abbia lavorato nella struttura. Il rischio che vi possano essere nuovi positivi risulta, quindi, ancora plausibile ma pare che non vi siano casi di contagio tra gli agenti della polizia penitenziaria.

Prendendo in esame i dati diffusi dal Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, attualmente, in Italia, sono positivi al COVID-19 circa 200 impiegati e 150 reclusi presso le carceri. La prigione di Terni, di conseguenza, rappresenta il focolaio più sostanzioso che si sia, finora, verificato in un simile contesto.

Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale ha dichiarato che, in generale, si sta riscontrando “un’incidenza [di casi] lievemente maggiore di quella del maggio scorso” nonostante “il numero di coloro che presentano sintomi è molto minore”. Rispetto al periodo pre-estivo, il Garante ha sottolineato anche la maggiore disponibilità di “dispositivi di protezione” che “non rappresentano come allora un’ipotesi teorica e le stesse procedure messe in atto rendono meno probabile il possibile contagio”.

Osservatorio Detenzione dell’Associazione Antigone

Data la situazione pandemica, nonostante le misure di prevenzione messe in atto dalle carceri, si prevede un aumento di soggetti positivi al coronavirus nel corso delle prossime settimane. Una delle cause principali della diffusione dei contagi è stata riscontrata nel sovraffollamento delle celle. Pertanto, secondo quanto rilasciato da Alessio Scandurra, responsabile dell’Osservatorio Detenzione dell’Associazione Antigone, tra i detenuti si respira un clima teso e intriso di preoccupazione. Scandurra sostiene anche che “rispetto al focolaio di Terni stupisce che non siano stati trovati positivi tra i membri del personale, gli unici ad avere contatti con i detenuti da quando i nuovi ingressi sono attentamente controllati”.

Inoltre, pur nella consapevolezza che le strutture penitenziarie si siano date organizzazioni ineccepibili rispetto alle fasi iniziali dell’emergenza sanitaria, l’Associazione Antigone teme il verificarsi di ulteriori focolai. A questo proposito, ribadisce la necessità di velocizzare le scarcerazioni asserendo che “è urgente liberare più spazi possibile con […] liberazioni anticipate e ricorso agli arresti domiciliari per chi ha residui di pena bassi o è in custodia cautelare” e aggiunge “certo oggi gli istituti sono molto più attrezzati che a marzo e i detenuti sono correttamente informati, ma non dobbiamo dimenticare che si tratta di ambienti spesso sovraffollati in cui il rischio di trasmissione del virus è molto alto”.